Askatasuna Aurrera

L’ottantesimo giorno di Inaki

Francesca Fodale

L’Alta Corte Spagnola conferma la detenzione di Inaki De Juana. L’etarra basco prosegue lo sciopero della fame. Madrid ricorre al forcefeeding.

Inaki De Juana, etarraLa sessione plenaria dell’Alta Corte penale spagnola ha decretato che Inaki de Juana, che ha oggi raggiunto l’ottantesimo giorno del suo secondo sciopero della fame, rimarrà agli arresti presso l’ospedale carcerario ’12 de Octubre’ di Madrid. La consulta, durata poco più di un’ora, si è conclusa con 12 voti a favore e solo quattro contrari. Nella nota espositiva del provvedimento la corte ha inoltre ribadito che non solo non ci sarà alcuna concessione di libertà provvisoria, ma che la detenzione presso il centro ospedaliero comporterà l’adozione della terapia più adeguata alla situazione, “compresa il ricorso all’alimentazione forzata qualora si rendesse necessario e conformemente alle risoluzioni precedenti”.

Dei quattro voti contrari alla risoluzione tre sono quelli dei giudici che componevano la Corte che ha condannato il prigioniero basco a dodici anni e sette mesi per aver pubblicato su Gara due articoli d’opinione. Ai voti di Manuela Fernandez Prado, Angel Hurtado e Carmen Paloma Gonzalez Pastor si è quindi aggiunto quello di un altro giudice, Clara Bayarre.

I quattro magistrati hanno motivato il prorio voto dichiarando che “trattandosi di un fermo preventivo ed essendo a rischio la vita del detenuto, gli arresti domiciliari sarebbero stati un’adeguata forma di detenzione qualora integrati dalle misure di vigilanza e da trattamenti medici opportuni”.

Manifestazione per InakiLa difesa, rappresentata da Alvaro Reizabal, aveva sollecitato il rilascio di de Juana mentre l’Associazione Vittime del Terrorismo si era fermamente opposta alla sua scarcerazione.

Dal canto suo, il pubblico ministero Fernando Burgos aveva presentato ieri un documento nel quale sollecitava il trasferimento di de Juana agli arresti domiciliari sotto permanente controllo della polizia. in particolare, si richiedeva che la disposizione della corte prendesse in considerazione una vigilanza esterna e che autorizzasse l’assistenza medica necessaria al trattamento dell’attuale quadro clinico, sia a livello domiciliare che presso strutture esterne”.

Inaki de Juana, che deve ancora scontare più di dieci anni della propria condanna per terrorismo legato a Euskadi Ta Askatasuna, l’Eta, aveva iniziato il suo primo sciopero della fame il 6 agosto del 2006 e lo aveva interrotto dopo 63 giorni, poco prima che iniziasse il giudizio della Corte Suprema. Il 7 di novembre, alla conferma della condanna a 12 anni e 7 mesi di carcere, ha iniziato il suo secondo sciopero. Inaki, che in agosto pesava 90 kg, ne pesa oggi soltato 53, avendo quindi perso il 41% del proprio peso abituale.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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