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16 marzo 1988: il massacro di Milltown

di René Querin

“Era tempo di fare la mia mossa. Mi sono messo su una tomba, ho estratto la Browning ed esploso tre colpi in aria. Mi ero annunciato” (MIchael Stone, None Shall Divide Us)

Il 6 marzo 1988 i militari dello Special Air Service (SAS) avevano colpito a sangue freddo i tre componenti di un commando dell’Irish Republican Army pronti a compiere un’azione a Gibilterra.

Mairéad Farrell, Daniel McCann e Seán Savage erano disarmati quando i militari del corpo d’elite aprirono il fuoco tra le strade della colonia inglese nell’estremo sud della Spagna.

Lo sdegno e la rabbia dell’intera comunità repubblicana, sicura della politica dello “shoot-to-kill” messo in atto dalle forze di sicurezza britanniche, pervadeva le Sei Contee occupate.

Le salme dei tre paramilitari repubblicani rientrarono in Irlanda e vennero accolte da migliaia di persone posizionate sul percorso tra Dublino e Belfast, dove si sarebbero tenuto i funerali. Il governo irlandese si dichiarò “estremamente turbato” dall’azione dei militari britannici.

Tutto era pronto a Belfast, per onorare i tre repubblicani caduti per mano inglese.

Il 16 marzo 1988, dopo i negoziati con emissari della Chiesa cattolica, la RUC (Royal Ulster Constabulary) e l’esercito avrebbero osservato lo svolgimento del funerale da lontano, per evitare reazioni da parte delle migliaia di repubblicani presenti al cimitero di Milltown.

Dopo i funerali di Farrell, McCann e Savage, il corteo percorre Falls Road fino a giungere al cimitero di Milltown, adagiato sulla collina a pochi passi dall’autostrada M1.

Una grande folla, tra cui donne e bambini, ha accompagnato i feretri avvolti dal tricolore irlandese fino al Republican Plot, il luogo a Belfast dove riposano tutti i martiri che hanno lottato per la riunificazione dell’Irlanda. Tra loro anche i prominenti membri dello Sinn Féin Gerry Adams e Martin McGuinness.

Quello di cui tutti i presenti erano ignari era che tra la folla si aggirava un uomo armato di tutto punto con granate e pistole sotto al giubbotto. La lunga chioma coperta da un semplice berretto e i baffi neri appartenevano a Michael Stone, noto killer lealista membro dell’Ulster Defence Association (UDA), che da quel giorno sarà il nemico numero uno dell’IRA.

Dopo le orazioni funebri dalla folla sono emerse tre persone a volto coperto che hanno salutato i tre volontari repubblicani sparando in aria. Mentre la terza bara scendeva nella fossa, Michael Stone è salito su una tomba, lanciando due granate verso il Republican Plot. Poi ha estratto la sua Browning e ha esploso tre proiettili verso il cielo. Dapprima le persone intorno a lui, secondo quando racconta nella sua autobiografia lo stesso Stone, hanno applaudito poi, vedendo che non aveva il volto coperto, hanno iniziato a fuggire.

In quel momento, sette secondi dopo il lancio, le due granate esplodono tra le tombe provocando feriti, panico e confusione. La gente e gli operatori dei mezzi di comunicazione hanno iniziato a ripararsi dietro alle lapidi, per evitare di essere colpiti dai proiettili che Stone continuava a sparare dalle sue due pistole.

Michael StoneStone uccide due persone: il cattolico Thomas McErlean, 20 anni, e il membro dell’IRA Caoimhín Mac Brádaigh (Kevin Brady), 30 anni, che avevano cercato di disarmarlo. Sul suolo giacciono ferite più o meno gravemente oltre 50 persone, tra cui un bambino di 10 anni colpito alla schiena, una nonna di 72 anni e una donna incinta colpita dalle schegge delle granate esplose.

Il killer lealista ha sempre dichiarato di aver voluto colpire Gerry Adams e Martin McGuinness nella sua azione ma i due repubblicani distavano oltre 50 metri e, dopo lo scoppio delle prime granate, non ha più visto i suoi obiettivi.

Adesso per Stone inizia la fuga verso l’autostrada M1 dove dovrebbe attenderlo una vettura pronta a portarlo al sicuro.

Un furgone bianco senza insegne della polizia stazionava lungo la carreggiata dell’autostrada ma appena Stone ha iniziato il suo attacco si è allontanato.

Una folla di giovani repubblicani armati solo delle pietre raccolte nel cimitero inseguono Michael Stone sul terrapieno che digrada da Milltown verso la M1. Il lealista prosegue con il lancio di granate, nel tentativo di far arretrare i suoi inseguitori.

Kevin Myers, giornalista dell’Irish Times sempre caustico con i repubblicani, l’indomani scriverà di “giovani disarmati lanciati contro l’uomo che lancia granate e spara con un pistola automatica […] Erano sotto il fuoco, gli venivano lanciate contro bombe, ma continuavano ad avanzare. Questo non è infatti semplice coraggio, era eroismo che, senza dubbio, in altre circostanze avrebbe meritato le più alte decorazioni militari”.

Raggiunta la M1 Stone cerca di sfuggire alla folla inferocita, utilizzando le ultime munizioni.

Un giovane repubblicano compare quasi dal nulla e inizia a lanciare sassi contro Stone. Il killer estrae l’altra pistola e minaccia il giovane che, per nulla intimorito, prosegue ad inseguire l’uomo.

A questo punto Michael Stone, secondo quanto afferma nel suo libro, spara per ferire il giovane ad una spalla ma un brusco movimento del repubblicano è fatale.

La pallottola penetra nel collo di John Murray, 26 anni, e lo uccide. È la terza vittima del massacro di Milltown.

Stone si libera delle pistole che ha in pugno, lanciandole nell’erba.

La rabbia dei repubblicani esplode all’ennesima potenza e Michael Stone viene raggiunto e agguantato. Subito atterrato, viene duramente colpito da calci e pugni. La folla gli grida che verrà ucciso.

Insanguinato, coi denti rotti, Stone viene caricato a forza su un’autovettura e il pestaggio continua incessantemente. Gli dicono che sarà portato in un garage. Stone sa benissimo che l’IRA lo torturerà prima di ucciderlo.

Ma la RUC, coadiuvata da due elicotteri, interviene.

Gli occupanti della vettura cercano di uccidere Stone ma, non riuscendoci, sono costretti a consegnare il lealista agli agenti di polizia, insieme ad una delle pistole che ha usato per l’attacco.

Michael Stone viene trasferito al Musgrave Park Hospital per essere medicato.

Al processo Michael Stone viene condannato ad un totale di 682 anni di carcere ma, dopo soli 13 anni, viene rilasciato in seguito all’Accordo del Venerdì Santo.

L’intero assalto, conosciuto come il Massacro di Milltown, viene ripreso dalle televisioni presenti al funerale dei Tre di Gibilterra, provocando sconcerto in tutto il mondo.

La rabbia non si placa con l’arresto di Michael Stone e la sera stessa i giovani repubblicani assaltano le pattuglie della RUC.

Tre giorni dopo la strage, durante il funerale di Caoimhín Mac Brádaigh, due soldati britannici in abiti civili – Derek Wood e David Howes – con la loro auto si trovano sul percorso del corteo funebre.

Pensando che si tratti di killer lealisti, la folla circonda e attacca la loro auto. Il caporale Wood estrae la pistola e spara in aria ma i due soldati vengono tirati fuori dalla vettura con la forza e portati via. I repubblicani dell’IRA li pestano duramente e poi sparano ad entrambi i soldati.

Anche in questo caso l’intero incidente viene ripreso dalle televisioni presenti.

La pistola Browning di Stone, mai consegnata alle forze dell’ordine, verrà utilizzata in seguito dall’IRA.

Michael Stone trascorre gran parte della sua condanna a Maze, dove parteciperà agli incontri tra i prigionieri lealisti insieme all’allora Segretario di Stato Mo Mowlan. Attualmente è ancora in carcere dopo l’assalto fatto a Stormont il giorno dell’insediamento del governo condiviso tra Sinn Féin e DUP.

Lapidi a Milltown

Video da Youtube

http://www.youtube.com/watch?v=DCfjifKmk2U

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René Querin

Di professione grafico e web designer, sono appassionato di trekking e innamorato dell'Irlanda e della sua storia. Insieme ad Andrea Varacalli ho creato e gestisco Les Enfants Terribles.

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