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Sinn Fein è il maggior ostacolo alla pace

di Alex Kane

Sinn FeinPer parafrasare Sherlock Holmes: “Sono le piccole cose che possono essere di grande importanza nel trarre le conclusioni. Tutto ha a che fare con l’osservazione delle piccolezze”.

Quando si tratta di Sinn Fein, però, non sono solo le cose minime da tenere d’occhio, ma l’intero panorama – perché non puoi mai sapere cosa di particolarmente pericoloso può annidarsi da qualche parte.

Prendiamo, ad esempio, l’ultimo articolo di Declan Kearney pubblicato suAn Phoblacht, in cui promuove ancora una volta il progetto di riconciliazione unilaterale avanzato dallo Sinn Fein.

Se sei un unionista che non accetta quel progetto e mette in dubbio la sincerità del programma e dei motivi dello Sinn Fein (un unionista come me, in pratica) allora, secondo Kearney, tu contribuisci “al rallentamento del programma del processo di pace, guidato dalle sezioni dell’unionismo politico”.

Hmmm! Hai visto cosa ha fatto? Già, ha appena accusato i critici dello Sinn Fein di rallentare il processo di pace, insinuando di non essere realmente impegnati per la pace e la riconciliazione.

Questa è propaganda nella sua forma più cinica. Critica lo Sinn Fein e diventi oppositore della pace. Critica lo Sinn Fein e non vuoi la riconciliazione. Critica lo Sinn Fein e sei il motivo per cui i problemi continuano. Critica lo Sinn Fein e resti settario e vuoi la divisione. Critica lo Sinn Fein e sei il nemico del progresso.

E c’è di meglio. Kearney continua, sostenendo che “il processo di pace deve ancora affrontare sfide importanti ed è per questo che bisogna avviare una nuova fase, volta ad affrontare e superare il dolore irrisolto di tutte le comunità, la paura, le divisioni, il settarismo, la partizione, la disuguaglianza totale e lo svantaggio economico”.

Lo ha fatto di nuovo, vero? Nessun accenno alle tante domande cui l’IRA dovrebbe rispondere, o sul fatto che gli attacchi dell’IRA hanno contribuito così tanto alla paura, alle divisioni, al settarismo e agli svantaggi.

Posso davvero aiutarlo ad affrontare e superare uno dei temi che cita. Mi piacerebbe avere un referendum riguardante l’unione con il Regno Unito o lo spostamento in un’Irlanda unita.

Vorrei che il Segretario di Stato sancisse subito tale referendum. Infatti so, così come sa ogni singolo membro della dirigenza dello Sinn Fein, che tale referendum manterrebbe l’Irlanda del Nord saldamente ancorata alla Gran Bretagna.

Anzi, vorrei andare oltre – perché una volta che lo Sinn Fein si fosse reso conto di quanto lontano sia dal raggiungimento di un’Irlanda unita potrebbe piegarsi e affrontare la realtà della vita piuttosto che continuare con i sogni e le sviolinate della propria mitologia.

Il più grande ostacolo alla pace in Irlanda del Nord è l’approccio delirante dello Sinn Fein alla politica.

Gli unionisti non hanno firmato un accordo con lo Sinn Fein perché volevano spianare la strada verso l’unità irlandese – così nessun progetto di ricolciliazione e nessuna stretta di mano tra McGuinness e i monarchi o con i primi ministri possono modificare tale fatto.

Gli unionisti sostengono il Regno Unito e l’Unione. Ecco perché siamo chiamati unionisti.

Molti di noi sono disposti ad arrivare ad un’ampia risoluzione con la comunità della minoranza costituzionale in Irlanda del Nord, fino al punto di accettare i poteri di veto sulle decisioni della maggioranza, che non sono la norma nelle altre democrazie. Non vogliamo un ritorno al terrore o al conflitto e non vogliamo che i nostri figli sopportino quello che abbiamo sopportato noi.

Ma niente di tutto questo vuol dire che siamo più sensibili all’unità dell’Irlanda rispetto a quanto lo fossimo 10 o 50 anni fa. Per dirla senza mezzi termini, l’unionismo non si tocca.

La posizione dello Sinn Fein non è uguale alla nostra. L’IRA ha abbandonato la campagna di terrore e lo Sinn Fein si è integrato nelle istituzioni politiche per il solo motivo che le loro precedenti tattiche per infrangere l’Unione erano fallite.

Si trovano dove sono oggi a causa del chiaro fallimento di ottenere quello che davvero volevano attraverso metodi molto più sanguinari.

Eppure è un semplice assunto: esattamente nello stesso modo in cui gli unionisti non hanno smesso di essere unionisti solo perché condividono il potere con lo Sinn Fein, lo Sinn Fein non ha smesso di essere un partito repubblicano solo perché lavora gomito a gomito con il DUP.

Nel profondo della loro psiche, non ce n’è un parlamentare dello Sinn Fein che riconosca la legittimità dell’Assemblea, della frontiera o della legislazione interna. Come potrebbero?

Le attuali disposizioni contrastano e minano tutto ciò che Sinn Fein ha sempre sostenuto. Sono in una buca e stanno facendo del loro meglio per uscirne.

Il che ci riporta a Declan Kearney e al progetto di riconciliazione: un progetto che è, né più né meno, un tentativo abbastanza disperato per tirarsi fuori dalla buca in cui si trovano.

E questo è uno dei motivi per cui non voglio essere coinvolto e non voglio aiutarli. Qual è, dopo tutto, il motivo per aiutarli? Se avessi pensato che fossero seri sulla riconciliazione in Irlanda del Nord e seri sulla costruzione di un miglior rapporto con gli unionisti allora avrei potuto essere favorevole: ma sembra solo a me che l’intero progetto sia basato solo sul favorire la propria agenda di lavoro e convincere alcuni della loro base che il sogno di un’Irlanda unita è vivo e vegeto.

Non ho nessuna difficoltà ad affrontare un dibattito testa a testa sui meriti dell’unità d’Irlanda contro il Regno Unito e prenderei parte molto volentieri a tale dibattito.

Ma questo non è il tipo di dibattito che vuole lo Sinn Fein. Il loro dibattito inizia con l’ipotesi che l’unità è inevitabile, che gli unionisti dovrebbero riconciliarsi con quel fatto e che tutto ciò che serve è vincere su una minuscola sezione dell’elettorato pro-Unione.

Questo non è un dibattito cui vale la pena di partecipare per gli unionisti e per questo continuerò a metterli in guardia dal prendere parte a qualsiasi discussione voluta dallo Sinn Fein con tali parametri.

Francamente, signor Kearney, se pensa che un atteggiamento del genere voglia dire che sono parte del “rallentamento del processo di pace” allora sì, lei probabilmente ha ragione. Ma poiché si tratta di un programma appena definito, redatto dallo Sinn Fein e solo per lo Sinn Fein, non voglio prendermi alcuna colpa che sta cercando di mettere sulla mia strada.

Se la riconciliazione non riguarda tutti noi, o chiede gli stessi standard a tutti noi, allora non è il tipo di riconciliazione con cui voglio avere a che fare.

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René Querin

Di professione grafico e web designer, sono appassionato di trekking e innamorato dell'Irlanda e della sua storia. Insieme ad Andrea Varacalli ho creato e gestisco Les Enfants Terribles.

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