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Stephen Murney rifiuta le condizioni di rilascio e resta a Maghaberry

Stephen Murney, éirígíStephen Murney, importante membro di éirígí trascorrerà Natale nella prigione di Maghaberry. Venerdì scorso – 21 dicembre – l’uomo di Newry si è rifiutato di accettare le condizioni onerose di rilascio che l’Alta Corte di Belfast ha cercato di imporre. Le condizioni proposte comprendono:

  • Il divieto di Stephen ad entrare nella città di Newry – Stephen Murney risiede a Newry con la sua compagna e il loro giovane figlio
  • L’obbligo di residenza di Stephen ad un determinato indirizzo ad alcuni chilometri da Newry
  • L’obbligo di indossare un dispositivo elettronico di controllo
  • L’obbligo di firmare ogni giorno presso la caserma PSNI di Newtownhamilton

Stephen Murney è stato arrestato dalla polizia britannica il 28 novembre a seguito di un raid nella sua casa. Tre giorni dopo, è stato accusato di una serie di “reati” tra cui quello di “raccogliere e distribuire informazioni che possono essere utili ai terroristi” e il “possesso di articoli che possono essere utili ai terroristi”. Queste accuse sono estremamente gravi e portano con sé la possibilità di lunghe pene detentive in caso di condanna.

In ogni società normale la polizia dovrebbe produrre prove significative nei confronti di un individuo prima di sollevare accuse di questo tipo, specie quando l’individuo rischia di essere rinviato in custodia. Ma l’Irlanda occupata è ben lontana dall’essere una società normale. Quando Stephen Murney è apparso in tribunale, la PSNI si è opposta al rilascio in base alle “prove raccolte” a casa di Murney. Prove accolte con ampie risate dal pubblico presente in galleria.

A sostegno dell’accusa di “raccogliere e distribuire informazioni che possono essere utili ai terroristi”, la PSNI ha presentato un gran numero di fotografie di polizia recuperate dal computer di Murney. In prima udienza questo può suonare come prova solida, ma un esame più attento rivela una storia diversa.

La maggior parte delle immagini in questione non sono state effettivamente create da Stephen, ma in realtà sono state scaricate da Internet. Molte di queste immagini risalgono addirittura al Movimento per i Diritti Civili della fine degli anni Sessanta. Chiunque abbia usato un motore di ricerca per ricercare uno qualsiasi dei tumultuosi eventi degli ultimi quarant’anni nella parte occupata dell’Irlanda potrebbe scoprire che sul suo computer sono presenti anche un gran numero di immagini che sono ora considerate “utili ai terroristi”.

Altre immagini della polizia sono state scattate durante proteste politiche, commemorazioni ed altri eventi pubblici. Queste foto sono state scattate in piena vista della polizia, un fatto concesso dalla PSNI in tribunale. Se l’assunzione di tali foto costituiva un reato perché Stephen non è stato arrestato quando le ha scattate?

A sostegno dell’accusa di “distribuzione di informazioni che possano essere utili ai terroristi” la PSNI ha citato il suo utilizzo di Facebook e di altre piattaforme Internet per inviare le immagini della polizia. Ancora una volta queste fotografie sono state scattate durante i servizi presso le proteste, le commemorazioni e così via. In pratica la PSNI ritiene che chi utilizza Internet per inviare immagini della polizia stia “distribuendo informazioni che possano essere utili ai terroristi”.

È pratica comune degli attivisti politici in tutto il mondo di scattare fotografie della polizia durante le proteste politiche e le manifestazioni. Infatti le organizzazioni per i diritti umani e quelle legali chiedono di norma agli attivisti la documentazione del comportamento della polizia e delle molestie. Quando gli attivisti in Siria, Libia e in altri luoghi utilizzano i social network per evidenziare la presunta negligenza, la brutalità e la violenza della polizia, solitamente sono applauditi dal mondo politico e dai mezzi di informazione. Eppure quando gli attivisti fanno la stessa cosa in Irlanda, sono considerati “terroristi”.

Per quanto riguarda l’accusa di “possesso di articoli che possono essere utili ai terroristi” la PSNI si riferisce a due fucili ad aria compressa, a pantaloni e berretti recuperati dalla casa di Stephen. Il fatto che i pantaloni, i maglioni e i berretti fossero chiaramente parte dell’uniforme di una banda musicale sembra essere passato inosservato. E i poliziotti britannici sembrano ignorare le informazioni riguardo le “pistole ad aria compressa”. Non sono in realtà pistole! Sono liberamente e ampiamente disponibili in tutta l’Irlanda. Se tali oggetti adesso vengono considerati di “utilizzo per i terroristi”, ci possiamo aspettare che migliaia di cittadini irlandesi saranno accusati proprio come Stephen Murney.

Il caso di Stephen Murney segna una preoccupante escalation nella strategia britannica di contro-insurrezione in Irlanda. Un attivista politico ora viene effettivamente internato senza processo, sulla base della “prove” più ridicole. È evidente che Stephen è stato individuato perché è stato un costant, articolato e forte critico della PSNI e dell’intera occupazione britannica.

Coloro che affermano di sostenere i diritti basilari – il diritto a organizzarsi politicamente liberi dalla persecuzione dello Stato – devono mobilitarsi a sostegno di Stephen Murney. Se la PSNI e lo stato britannico sono autorizzati a portare in tribunale Stephen Murney si creerà un precedente inquietante. La storia ha dimostrato che se un tale precedente viene stabilito, è solo una questione di tempo prima che venga esteso a molti altri.

Parlando in merito al rifiuto di Stephen di accettare le condizioni dell’Alta Corte, il segretario generale di éirígí, Breandán Mac Cionnaith, ha detto: “L’udienza per il rilascio di oggi ha mostrato ancora una volta la natura fragile e nebulosa delle accuse contro Stephen Murney. Ho avuto l’opportunità di parlare per telefono con Stephen questo pomeriggio, dopo che era stato visitato da sua madre, dalla moglie e dal suo giovane figlio.

“Stephen è sposato e ha un figlio piccolo. Le condizioni estreme che la Corte ha cercato di imporre comprendevano l’impossibilità di vivere in casa sua con la sua famiglia. Tra le molte altre condizioni c’erano le disposizioni che non poteva mai vivere o entrare a Newry, doveva vivere a diversi chilometri di distanza da moglie e figlio, fare rapporto giornaliero nella caserma PSNI di Newtownhamilton, vivere sotto un rigido coprifuoco e indossare un dispositivo elettronico di individuazione.

“Stephen ha detto che queste condizioni significavano poter avere solo un contatto minimo con moglie e figlio, costringendolo a vivere altrove. Un progetto studiato per penalizzare la sua famiglia.

“Stephen ha anche affermato di essere totalmente innocente rispetto alle accuse mosse contro di lui. Non è disposto a permettere a sé stesso o alla sua famiglia di essere umiliato dai tribunali o dalla PSNI. Né è disposto a essere bollato come un criminale, indossando un dispositivo di identificazione elettronica.

“Questa è una posizione molto chiara presa da Stephen. E anche molto difficile, soprattutto in questo periodo dell’anno, visto che il Natale è un momento in cui le famiglie dovrebbero stare insieme e non essere tenute separate a causa di condizioni draconiane imposte dai tribunali in risposta alle richieste da parte della PSNI.

“Non abbiamo dubbi che il caso voluto dalla PSNI contro Stephen finirà per crollare ed essere bollata come un’azione totalmente vendicativa, fabbricata e ingiusta”.

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René Querin

Di professione grafico e web designer, sono appassionato di trekking e innamorato dell'Irlanda e della sua storia. Insieme ad Andrea Varacalli ho creato e gestisco Les Enfants Terribles.

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