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Supergrass Trial: archiviate le accuse per 12 imputati

Dodici dei 13 accusati sono stati ritenuti non colpevoli per tutte le accuse a loro ascritte – tra cui omicidio, appartenenza a UVF e crimini collegati

Supergrass Trial: liberi i lealistiMark Haddock, di Mount Vernon a North Belfast, era stato accusato di essere il comandante della UVF responsabile dell’omicidio del rivale dell’UDA Tommy English, avvenuto ad Halloween 2000 nel corso di una faida tra i due gruppi paramilitari lealisti.

Il caso era incentrato esclusivamente sulle testimonianze di due membri della UVF, diventati pentiti per usufruire di forti sconti di pena.

Ma dopo 21 settimane di processo e tre settimane di analisi delle prove, il giudice Gillen ha emesso un duro giudizio sulla credibilità dei due supertestimoni Robert e Ian Stewart.

Descrivendo i due fratelli come “criminali spietati e terroristi risoluti”, il giudice ha spiegato di non essere convinto della loro conversione.

Infatti secondo il giudice Gillen la loro testimonianza era “infetta da bugie”.

La coppia aveva “in alcune occasioni, coinvolto degli uomini che chiaramente non erano presenti durante i crimini” e aveva “abbellito erroneamente o ampiamente confuso i ruoli e le parole di quanti, secondo loro, erano coinvolti”.

Riferendosi ad Haddock, il giudice ha affermato che la prova di un pessimo carattere, la propensione per la violenza, le precedenti condanne ed un tatuaggio della UVF non indicavano necessariamente che egli fosse il comandante della brigata o l’organizzatore dei crimini.

Altri otto uomini accusati insieme ad Haddock per l’omicidio English, per appartenenza a UVF e per altri reati sono stati tutti dichiarati innocenti.

“Le prove fornite davanti a me sono state troppo deboli e inattendibili, basate com’erano sulla testimonianza inaffidabile ed imperteffa degli Stewart”, ha proseguito il giudice Gillen.

“Le prove di sostegno non mi hanno soddisfatto oltre ogni ragionevole dubbio sulla colpevolezza degli accusati”.

Tre uomini sono stati giudicati non colpevoli per accuse minori, mentre l’unico condannato – il trentaseienne Neil Pollock di Belfast – è stato giudicato colpevole per il possesso di una mazza da usare per scopi terroristici e per aver cercato di mutare il corso della giustizia.

In conclusione, il giudice ha aggiunto che i progressi forensi in corso e la limitata abolizione della legge contro la doppia incriminazione possono ancora garantire che coloro che hanno commesso i crimini al centro del processo – tra cui potenzialmente si possono trovare le persone appena assolte – potranno scontare la giusta pena.

Ma un uomo che era stato processato ed era uscito dal tribunale in piena libertà, dopo che il giudice Gillen aveva dichiarato che non c’erano reati di cui dovesse rispondere.

E martedì scorso tutti gli imputati rimasti – tranne Pollock e Haddock che restano in carcere – sono usciti dal banco degli imputati, liberi.

Dopo lo scambio di abbracci e strette di mano, sono usciti dal tribunale e sono stati accolti da grandi applausi dalle loro famiglie e dai sostenitori.

Il controverso processo “Supergrass” è primo nel suo genere avvenuto dagli anni Ottanta ed uno dei più lunghi e costosi della storia legale nordirlandese.

In una dichiarazione, il Pubblico Ministero ha difeso la decisione di procedere con il caso, nonostante il risultato finale.

“Il rifiuto da parte del giudice di accogliere, nella fase intermedia del processo, la richiesta della difesa di fermare il procedimento, e la sua conclusione che fosse plausibile condannare l’imputato, dava forza al punto di vista che ci fossero prove sufficienti per procedere con questo caso”, afferma il Public Prosecution Service.

“Questa era la posizione assunta dal giudice dopo l’interrogatorio dei testimoni principali.

“Tuttavia, al fine di condannare, il giudice deve essere convinto della colpevolezza dell’imputato oltre ogni ragionevole dubbio – in questo caso, il giudice ha concluso che la credibilità dei testimoni principali non era tale da permettergli di essere soddisfatto”.

La PSNI ha detto che la sentenza non ha ridotto il merito delle “prove fornite dai complici” e ha detto che continuerà ad usarlo come meccanismo per indagare forme gravi di criminalità organizzata e terrorismo.

“Invitiamo chiunque abbia informazioni che possono aiutarci, a farsi avanti e parlare con noi, in confidenza, in modo che le vittime di questa banda di criminali senza scrupoli e le loro famiglie possano ottenere giustizia per i crimini terribili commessi contro di loro,” ha aggiunto un portavoce.

Supergrass Trial: il verdetto

Supergrass Trial: i costi

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René Querin

Di professione grafico e web designer, sono appassionato di trekking e innamorato dell'Irlanda e della sua storia. Insieme ad Andrea Varacalli ho creato e gestisco Les Enfants Terribles.

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