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Eluana Englaro a Udine. Sacconi:”Valutiamo la situazione”

Eluana Englaro
Eluana Englaro
Beppino Englaro non ha seguito sua figlia Eluana ad Udine. Era a Lecco ieri sera ed ha assistito alla partenza della figlia per il Friuli, poi si è fermato a Bergamo. Papà Englaro dovrebbe raggiungere Udine nel pomeriggio o domani.

L’ambulanza che ha trasportato Eluana Englaro a Udine è entrata alla casa di assistenza ‘La Quiete’ poco prima delle 6.00, da un ingresso secondario.

Per evitare l’assalto delle decine di teleoperatori e reporter che da alcune ore sostavano davanti all’ingresso principale della struttura sanitaria, polizia e carabinieri hanno fatto entrare l’ambulanza da un altro accesso.

La posizione del Governo “Stiamo valutando il caso anche dal punto di vista formale, alla luce della situazione di fatto e diritto. Ma oltre a questo, valgono gli interrogativi che dobbiamo porci nell’assoluto rispetto di tutte le posizioni”, ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi a “Panorama dal Mondo” parlando della vicenda Englaro. Il ministro oltre a ritenere doverosa la comprensione “verso il dramma della famiglia” considera
altrettanto doveroso che società e istituzioni riflettano sul senso della vita e dalla morte, “nel caso specifico di una persona che si trova in stato vegetativo, non è in una condizione di morte cerebrale tanto che nessuno ha ipotizzato l’espianto degli organi, che nell’attuale condizione non è sottoposta ad accanimento terapeutico ma piuttosto ad alimentazione e idratazione attraverso un sondino in quanto non
è in grado di provvedere a se stessa, che è in una condzione di molti disabili e non ha espresso una volontà che deve essere acclarata da una certificazione come probabilmente chiederà la nuova legislazione”.

“Davanti a tutto questo – ha aggiunto Sacconi – ho pensato che fosse giusto adottare un principio di cautela, di prudenza, in assenza di una legislazione specifica.
Guai se perdessimo il valore della vita e se non ci interrogarssimo sul fatto che a volte la scienza non dà certezze”.

A Lecco, fuori dalla clinica Beato Talamoni, il solito via vai dei pazienti, nella notte, ha lasciato spazio all’attesa di un gruppetto di giornalisti, che avevano avuto il sentore che quella di ieri poteva essere la sera decisiva. E, a loro, non appena la notizia si e’ sparsa, si sono aggiunti alcuni che contestano la soluzione udinese e manifestano per il diritto alla vita di Eluana: la presidente nazionale dei genitori scuole cattoliche,
Maria Grazia Colombo, l’esponente del Movimento per la Vita, Antonella Vian, armata di pane e acqua “tutto quello di cui Eluana ha bisogno per vivere”. Poi è arrivato anche l’assessore regionale Giulio Boscagli che ha ribadito la tesi della Regione Lombardia: “siamo in presenza di una sentenza assolutamente incomprensibile e di prese di posizione che rischiano di portare a morire una ragazza gravemente disabile ma
in vita e lodevolmente accudita”. Il gruppo si è via via ingrossato.

Da Udine un accorato “appello alla coscienza di tutti” è stato rivolto dal vescovo mons. Pietro Brollo: “In quest’ora, dopo sentenze e dibattiti – ha affermato – tormentati dalla percezione di essere di fronte a un grande dramma, ribadisco, a
scanso di qualsiasi confusione e malinteso senso di rispetto, che l’unico dovere che ha la società nei confronti di Eluana è quello di aiutarla a vivere”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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