Staffetta Cronache

Giustizia, scontro Lega-Berlusconi

Tratto da Repubblica Online

Dopo gli annunci del premier e del Guardasigilli, la Lega dice no
“Il 2008 è già pieno, se ne riparlerà in futuro”. Disaccordi anche su legge elettorale
Il Cavaliere: “Priorità nazionale”. Di Pietro: “Piano criminogeno, come la P2”
Finocchiaro (Pd): “Maggioranza proprietà del premier”. Togati: “Indipendenza a rischio”

giustiziaROMA – La Lega frena: “C’è tempo, prima di riformare la giustizia serve il federalismo fiscale”. Berlusconi accellera: “Adesso, e sono più determinato che mai”. Oggetto del contendere: la riforma della giustizia. Dopo gli annunci di ieri del premier e del suo ministro Guardasigilli sulla necessità di una riforma “radicale” del sistema giustizia e dei poteri dei magistrati, stamani il Carroccio ha puntato i piedi. Non se ne parla, c’è altro da fare prima, ovverosia – come dice il programma del Pdl – il federalismo fiscale. Ma nel primo pomeriggio Berlusconi fa finta di nulla. E riunito con gli eurodeputati del Pdl e dice: “Mai stato determinato come adesso. Serve una riforma della giustizia dalle fondamenta”. Insorge Di Pietro: “E’ un progetto criminogeno. E’ il progetto della P2, dobbiamo ribellarci” dice il presidente dell’Italia dei valori. Il Pd parla per bocca del capogruppo al Senato Anna Finocchiaro: “Quello che stiamo vedendo nella maggioranza è un teatrino tristissimo. Se il prermier ha un’urgenza, la maggioranza che è una sua proprietà, la deve assolvere”.

L’altolà della Lega. A Berlusconi che spinge sull’acceleratore e chiede di dare via alla riforma della giustizia già “da settembre”, il Carroccio mette un freno. “Abbiamo fatto una tabella temporale delle riforme e in quella tabella la riforma della giustizia non c’è. Questo non vuol dire che non si farà, ma viene dopo” dice Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione. Diversa la scala delle priorità del Carroccio: “In autunno abbiamo il federalismo fiscale, il codice delle autonomie e poi la finanziaria. A seguire, la riforma costituzionale. Una riforma della giustizia ci può anche stare, ma il 2008 è piuttosto pieno…”.

“Evitare altre tensioni con le opposizioni”. E dire che solo ieri il premier e il Guardasigilli Angelino Alfano davano per fatta “la riforma organica della giustizia” a settembre. Il fatto è che la Lega è preoccupata che nuove tensioni con l’opposizione rappresentino un ostacolo sul cammino verso il federalismo. Il Carroccio lo sa, come sa che uno scontro sulla giustizia, genererebbe un muro contro muro che sarebbe impossibile da evitare. E, con l’opposizione sulle barricate, il federalismo tanto voluto da Bossi e seguaci rischierebbe di essere solo una chimera.

Il Cavaliere tira dritto. Incurante di tutto, forte dei suoi sondaggi (“solo il 6 per cento degli elettori del Pdl ha ancora fiducia nella magistratura”), agli eurodeputati riuniti in un albergo della Capitale dice: “Non sono mai stato più determinato di adesso. Ci vuole una riforma giusta per il Paese. E’ una priorità nazionale”. Il premier non vuole parlare con i giornalisti al di fuori delle conferenze stampa. Alcuni presenti all’incontro riferiscono così che “il primo punto della riforma della giustizia sarà l’immunità parlamentare”. A seguire poi la riforma del Csm, la separazione delle carriere tra giudici e pm e la riforma dei codici penali e di procedura.

Di Pietro: “Progetto criminale, ribelliamoci”. Il leader dell’Italia dei Valori picchia duro: “Dopo aver
delegittimato e umiliato il Parlamento e dopo aver zittito l’informazione, Berlusconi parte all’attacco finale della magistratura indipendente togliendo ogni possibilità di operare”. E questo succede “all’indomani di indagini importantissime che evidenziano una nuova tangentopoli, ormai dilagante, specie nel settore sanità…”. Questo, precisa Di Pietro, “era il progetto della P2. Il governo lo sta portando avanti: un progetto criminogeno”. Alle parole dell’ex pm risponde in blocco la Pdl: “Di Pietro crea fantasmi per occupare la scena” (Iole Santelli). E Paolo Bonaiuti: “Di Pietro farnetica, ha ragione Berlusconi: fa orrore”.

Togati: “Rischi per indipendenza”. L’annunciata riforma “organica” della giustizia, con profonde modifiche per il Csm, la separazione delle carriere, la revisione del principio dell’obbligatorietà dell’azione penale, preoccupano non poco i magistrati. Da Palazzo dei Marescialli, si osserva come il clima sia nettamente cambiato rispetto allo scorso maggio, quando, poche settimane dopo l’insediamento dell’attuale Governo, il ministro della Giustizia Angelino Alfano partecipò ad un plenum straordinario del Csm illustrando i suoi progetti. Oggi, rileva Livio Pepino, consigliere togato di Magistratura Democratica al Csm, si è entrati nella fase in cui le iniziative legislative “sono utilizzate come messaggi, profondamente negativi e inutili per l’efficienza, dannosi per l’indipendenza delle toghe”. Per Giuseppe Maria Berruti, togato di Unicost, “Alfano sembrava volersi concentrare sui processi.
Prendo atto che l’intento è cambiato”.

Litigio anche su legge elettorale europea. Punti di vista diversi tra Lega e Berlusconi anche sulla legge elettorale per le elezioni europee nel 2009. Il premier vorrebbe uno sbarramento del 5% e liste bloccate, senza preferenze, con un collegio unico nazionale. La sua è una proposta trattabile: la soglia di sbarramento potrebbe scendere al 4%; possiiblità di mantenere le preferenze a condizione però di mantenere gli attuali cinque collegi. “La proposta di Calderoli non mi convince” aggiunge il premier che si riferisce alla proposta del Carroccio di inserire la preferenza unica.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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