Staffetta Cronache

Scontro tra due sottomarini nucleari

hms_vanguardLondra, 17 feb. (Adnkronos/Ign) – Poteva provocare catastrofe ambientale la collisione avvenuta nell’Atlantico tra due sottomarini nucleari, uno britannico e uno francese. L’incidente, che secondo quanto riferisce il ‘Daily Telegraph’ risale all’inizio del mese, avrebbe provocato gravi danni all’HMS Vanguard e a Le Triomphant, che trasportavano entrambi missili atomici e avevano, in tutto, circa 250 marinai a bordo. Inchieste sono state avviate in entrambi i Paesi, scrive il giornale britannico, nonostante a Londra e Parigi si sostenga che non c’è stato alcun rischio nucleare.

Secondo fonti della Marina francese, Le Triomphant – uno dei quatto sottomarini strategici della cosiddetta ‘Force de frappe”- stava rientrando in patria dopo 70 giorni di missione quando nella notte tra il 3 e il 4 febbraio è avvenuto lo scontro. L’episodio non è invece stato confermato dal ministero della Difesa britannico. “La nostra politica – ha ricordato un portavoce – è di non commentare le questioni che riguardano i sottomarini, ma possiamo confermare che la capacità di deterrenza britannica è intatta e non ci sono problemi per la sicurezza nucleare”. Citata dal tabloid ‘The Sun’, una fonte della Marina britannica ha affermato che le conseguenze potenziali dell’incidente avrebbero potuto essere “impensabili”. “E’ molto improbabile che potesse esserci un’esplosione nucleare – ha precisato – Ma una fuga radioattiva è una possibilità. Avremmo anche potuto perdere l’equipaggio e le testate e questo sarebbe stato un disastro nazionale”.

Entrambi i sottomarini pesano circa 35 tonnellate, possono portare sei testate nucleari e 16 missili balistici M45.

L’HMS Vanguard, in funzione dal 1992, è uno dei quattro sottomarini che compongono il deterrente nucleare britannico e ha un equipaggio di 141 uomini. Dopo l’incidente, l’HMS Vanguard ha fatto rientro nella sua base di Faslane, in Scozia, e sullo scafo sono visibili numerose ammaccature. Il sottomarino francese, invece, che fa base all’Ile Longue, in Bretagna, ha riportato danni al sonar.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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