Staffetta Cronache

Strage nel tempio indù almeno 150 morti

Tratto da Unione Sarda

Sono almeno 150 le persone morte, schiacciate dalla calca, nel tempio indù di Naina Devi, nello stato dell’Himachal Pradesh, nel nord dell’India, secondo l’ultimo bilancio fornito dalle televisioni indiane. Anche per la polizia locale il bilancio della strage si è intanto aggravato: riferisce di 145 vittime accertate.

tempio indu
tempio indu
Pellegrini schiacciati della folla mentre stamattina fuggiva da un tempio nel nord dell’India alle pendici dell’Himalaya temendo una slavina di fango o un attentato. E’ l’ultimo bilancio fornito da alcune televisioni indiane. Erano circa le 10 del mattino quando oltre 25 mila fedeli stavano affollando il tempio e le vie d’accesso al Naina Devi, uno dei templi hindù più venerati dell’India, che si trova nei pressi di Bilaspur, nello stato settentrionale dell’Himachal Pradesh, a 160 km dalla capitale Shimla, alle pendici dell’Himalaya. I pellegrini, per lo più fedeli dell’Himachal Pradesh e del Punjab, erano andati a venerare la moglie del dio Shiva nella seconda giornata della festa a lei dedicata, quando la ringhiera della strada d’accesso al tempio, a 400 metri dalle porte del santuario, è crollata sotto il peso della folla. Pensando ad una bomba o ad una slavina, dal momento che sin dal primo mattino aveva piovuto, una folla impazzita e spaventata è scappata dal tempio prendendo d’assalto la piccola strada d’accesso, sulla quale migliaia di pellegrini stavano risalendo per andare a pregare. La massa di gente che scappava dal tempio si è scontrata con quella che era in coda per risalire e raggiungere il luogo di preghiera. Centinaia di fedeli sono precipitati giù dalla scarpata. Decine sono rimasti schiacciati dalla folla impaurita e inferocita. La polizia, che nel comunicato ufficiale parla di 145 morti totali, ha contato almeno 40 bambini tra le vittime schiacciate dalla folla che è scappata noncurante dei vicini. Proprio i bambini, insieme a donne e anziani, rappresentano il maggior numero di vittime. Le piccole vittime sono state tirate via con forza dalle loro madri e schiacciate dalla folla. Sulla strada, sono rimasti oggetti votivi, abiti e sangue. Molti degli oltre 60 feriti sono fedeli che hanno cercato di scansare la folla impazzita lanciandosi nella scarpata. Alcuni feriti versano in gravi condizioni e le autorità temono per questo che il numero delle vittime possa aumentare. Nella sua corsa, la folla impazzita ha travolto anche alcune auto ed altri mezzi che erano parcheggiati all’inizio della salita al tempio. La polizia di Bilaspur ha raccolto i corpi delle vittime e li ha distesi nello spiazzo dinanzi alla salita di quattro chilometri verso il tempio, dove i familiari hanno riconosciuto i loro congiunti vittime della folla. Le autorità locali si sono trovate impreparate a fronteggiare l’evento. Mai come oggi, secondo giorno della festa che dura dieci giorni dedicato alla moglie di Shiva, c’erano stati così tanti fedeli. Ieri, all’apertura del pellegrinaggio, erano stati non più di 15.000 i pellegrini che avevano venerato il Naina Devi (dal sanscrito l’occhio della dea), il luogo dove, secondo la tradizione, un occhio di Sati, incarnazione della moglie di Shiva, è caduto mentre il dio eseguiva la sua danza della distruzione. Casi del genere sono frequenti in India: a luglio 6 persone rimasero schiacciate dalla folla in Orissa, mentre nel gennaio 2005 furono 330 le vittime della folla nei pressi di Satara, a 300 km da Mumbai, nello stato centrale del Maharastra.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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