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Inevitabile la risposta armata repubblicana a “occupazione” britannica

Gerry Moriarty – The Irish Times

I repubblicani di Derry contrari al processo di pace ravvivano gli slogan del passato

Membri del 32 County Sovereignty Movement di Derry
Membri del 32 CSM di Derry. Da sinistra: Paddy McDaid, Nathan Hastings, Ciarán Boyle e Gary Donnelly. Foto: Trevor McBride
Gary Donnelly, importante repubblicano di Derry, mi viene a prendere nella sua Volkswagen Passat nel centro della città. La prima tappa è la grande stazione PSNI che attraversa il Foyle nel quartiere lealista di Waterside, dove adesso si reca per firmare il registro della libertà con la condizionale. Prima firmava presso la stazione di polizia di Strand Road nella zona nazionalista della città, ma da quando la Real IRA ha fatto esplodere all’esterno dell’edificio un’autobomba lo scorso agosto, non viene più utilizzata per tale scopo.

Gary Donnelly è in libertà condizionale con l’accusa di un presunto coinvolgimento con i paramilitari repubblicani. Questo è quanto afferma la polizia. E’ perché aveva un telefono cellulare, dice il repubblicano. La polizia, i tribunali e gli avvocati arriveranno ad una conclusione.

Poi si attraversa il Craigavon Bridge, nel Bogside e su fino a Creggan. Donnelly mostra un murale del 32 County Sovereignty Movement – la presunta ala politica della Real IRA – dipinto su un muro vicino a dove abita Martin McGuinness. Si legge: “Coloro che amministrano il dominio britannico sono traditori. Non sono scomparsi, lo sai” (Those who administer British rule are traitors. They haven’t gone away, you know.).

Si tratta di una doppia battuta relativa alle accuse del vice primo ministro pronunciate contro i repubblicani, bollati come traditori essere dopo che la Real IRA uccise i soldati britannici Patrick Azimkar e Mark Quinsey e la Continuity IRA assassinò l’agente di polizia Stephen Carroll – e anche sul commento di Gerry Adams riguardo alla presenza nell’ombra dei Provisional IRA – prima che i Provisional armati sparissero.

Donnelly parla della recente partecipazione di McGuinness a margine della conferenza Tory a Birmingham, delle sue regolari apparizioni a Downing Street, e del suo sostegno alla vittoria di Derry nella corsa ad essere la Città “britannica” della cultura 2013. “Alcuni dei nostri membri più giovani hanno realizzato un video sul nostro sito web del Derry 32 CSM“, afferma. Mostra McGuinness che visita alcuni di questi luoghi, insieme con foto ritoccate – tra cui una di lui con addosso una Sash dell’Orange Order, e mentre saluta la regina Elisabetta. La musica di sottofondo è “Part of the Union” degli Strawbs.

C’era un tempo in cui nessun repubblicano, in particolare quelli di Derry, avrebbe fatto una satira così sfacciata nei confronti di McGuinness.

vvieni trasportato negli anni Settanta, Ottanta e nei primi anni Novanta, quando i Provisional promulgavano freddi omicidi e violenza con una tagliente e qualche volta umoristica propaganda. In fondo è lo stesso messaggio – Fuori gli Inglesi (Brits out). E’ il ritorno al futuro.

In una casa pulita nel Creggan. Il bollitore è acceso, ci sono snack, il the ed il caffè sono pronti.

Donnelly mi presenta a Paddy McDaid, 40 anni come lui, e suo grande amico – hanno trascorso insieme del tempo in carcere sia a Nord che a Sud con l’accusa di essere attivisti repubblicani – e Ciarán Boyle, 25 anni.

Ci si accorda sui normali protocolli. Stanno parlando come membri del 32 CSM che sostengono la “lotta armata” della Real IRA perché, dicono, “non c’è alternativa”, e/o perché “l’occupazione britannica” la rende “inevitabile”.

Faccio una domanda posta da un altro repubblicano radicale che si oppone all’attuale dispensazione politica, ma che ritiene “folle” il continuo uso della violenza. Ha citato la definizione di Einstein sulla pazzia che sarebbe cercare la stessa cosa più e più volte e in attesa di un risultato diverso. O, come socialista locale e scrittore Eamonn McCann ha detto di recente, perché continuare la violenza che porta solo portare a “miseria e morte” e, infine, ad un’altra “svendita” dei princîpi repubblicani?

Donnelly, che è arguto, gira la frase di Einstein: “Perché gli inglesi continuano 800 anni di occupazione e si aspettano qualcosa di diverso da una risposta armata?”

Ed ecco un’altra domanda molto vecchia per lui: si possono trasferire 900.000 unionisti in un’Irlanda unita? “Una minoranza – perché questo è quello che sono in un contesto riguardante tutta l’Irlanda – non può tenere in ostaggio una maggioranza. Essi non possono negare la democrazia al resto del paese”, dice Donnelly.

E può aspettarsi che 900.000 unionisti si stabiliscano felicemente in un’Irlanda unita? “Possono essere inglesi in un’Irlanda unita. Diciamo ai cinesi residenti qui che non possono essere cinesi?” Donelly afferma che il 32 CSM non ha alcuna intenzione di utilizzare la politica del “Fuori gli Inglesi” con la gente. “L’elettoralismo non otterrà nulla”. Il 32 CSM ha circa 50 membri in Derry, afferma il repubblicano. “Noi siamo parte della comunità”, asserisce.

Sindacalisti, politici e gente comune hanno manifestato più di una settimana fa presso la Guildhall di Derry contro la recente esplosione di un’autobomba fuori dalla filiale cittadina di Ulster Bank. Erano presenti anche i membri della famiglia di Kieran Doherty, membro Real IRA a Derry assassinato dai suoi ex compagni a febbraio. Donnelly ha detto che conosceva e apprezzava Doherty. Non fa alcuna critica sull’uccisione.

Quindi, l’opposizione della gente alle attività repubblicane non significa nulla? Donnelly quasi sbuffa: “Duecento persone in piedi dietro allo striscione «Basta bombardare Londonderry»!… Abbiamo già avuto tutto questo in passato. Abbiamo avuto 20 mila persone in marcia lungo la Falls Road con Peace People (Popolo della Pace, ndt) negli anni Settanta, e la resistenza non si è fermata. Questa è la realtà”.

E’ altrettanto sprezzante con la critica dello Sinn Féin sulla violenza repubblicana. “Martin McGuinness e gente del genere sono arrivati dove sono oggi stando sulle spalle dei volontari dell’IRA morti. Non hanno ottenuto un’Irlanda unita, ma hanno solo raggiunto il potere…”.

Donnelly guarda verso la porta. “Guarda, una macchina della polizia ci ha seguito, attraverso la strada. Succede tutte le volte”. Lui, McDaid e Boyle raccontano le numerose volte in cui sono stati fermati e perquisiti da agenti di polizia, e si lamentano per le “molestie” quasi costanti verso loro e le loro famiglie. La risposta della polizia secondo cui non sarebbero fermati se non fossero una minaccia viene respinta.

Boyle ha una compagna e due bambini di cinque anni e due mesi. Aveva un buon lavoro alla Dupont di Derry, ma è stato licenziato due anni fa. “E’ difficile vivere con il sussidio di 45 sterline a settimana (circa 50 euro)”, afferma. Come Donnelly ha un bagaglio repubblicano, e ha abbandonato la nave dello Sinn Féin nel 2005, dopo la distruzione degli arsenali e le prime indicazioni sul sostegno alla polizia da parte del partito.

“Io sostengo il diritto del popolo irlandese ad usare la lotta armata”, dice. Il repubblicanesimo sta facendo progressi, insiste. “Si è realizzato molto, stiamo de-normalizzando le Sei Contee (contro la normalizzazione del conflitto voluto dalle autorità britanniche, ndt)… La polizia parlava di pattugliamento in mountain bike, ma non possono, devono fare un giro con i convogli, si parla di Irlanda del Nord come di una regione normale del Regno Unito – beh, non lo è”.

Anche tutti gli stop and search (fermi e perquisizioni, Ndt) servono agli interessi dei repubblicani, aggiunge, perché fanno scattare la rabbia nelle zone nazionaliste abitate dalla classe operaia.

Ci possono essere 900 mila unionisti in Irlanda del Nord, ma ci sono “cinque milioni di nazionalisti” sull’isola, e devono avere la priorità “democratica”, dice Boyle.

Nathan Hastings,17 anni, un brillante studente che ha raggiunto l’A-level, arriva più tardi. Aveva solo un anno al tempo del cessate-il-fuoco dell’IRA nel 1994, e cinque al momento della firma del Belfast Agreement ( o Accordo del Venerdì Santo) del 1998. Non può comprendere 30 anni di conflitto, 3.700 morti e forse 40.000 mutilati e feriti, ma ha la fiducia e la certezza della gioventù.

Studia religione, letteratura inglese e politica al St Columb’s College di Derry, e spera di diventare un assistente sociale.

“Ho preso una decisione consapevole di aderire 32 CSM, perché quello che stanno facendo è un lavoro eccellente,” dice. “Non è tanto sostenere la lotta armata, ma la consapevolezza inevitabile che dopo 800 anni di occupazione britannica ogni generazione si alza e combatte, non importa quante persone si siano messe in ginocchio, non importa quanti papi o clerici hanno pregato, non importa quanti protestano; accade e basta, è inevitabile.

“Sono assolutamente contrario all’uso delle armi e dei proiettili e odio l’idea di persone che muoiono”, aggiunge, ripetendo tuttavia che finché c’è “occupazione britannica” una risposta armata è inevitabile. “Vedo l’IRA come una continuazione dell’IRA che si è arresa, così li vedo come la legittima Irish Republican Army…
“Penso che le bombe, non importa quanto siano odiose, non importa il danno cagionato, non cesseranno mai finché l’occupazione britannica resta qui”.

E’ solo il bianco e nero del punto di vista della Continuity IRA/Republican Sinn Féin.

Richard Walsh, Republican Sinn FeinRichard Walsh, 28 anni, è l’ex direttore della pubblicità per il Republican Sinn Fein, considerato il braccio politico della Continuity IRA. Quel gruppo si è recentemente diviso, e Walsh sostiene la nuova ala autoproclamata più militante della CIRA.

Proviene da Donegal, Derry, ha un bagaglio culturale della classe media.

Walsh dice che finché c’è una presenza britannica in qualsiasi parte d’Irlanda – indipendentemente da ciò che le persone hanno votato nel referendum per l’accordo Belfast – ci sarà una risposta armata. “Penso che «Fuori gli Inglesi» sia una posizione piuttosto radicale da adottare, perché è l’unica cosa che non sia mai stata provata”, asserisce. Per quanto riguarda i 900 mila unionisti, “Non sono inglesi, sono irlandesi, che a loro piaccia ammetterlo oppure no”.

Questi cinque – Donnelly, McDaid, Boyle, Hastings e Walsh – portano avanti un argomento che è indifferente alle varie contro-argomentazioni, come la validità del principio del consenso, l’immoralità della violenza, un problema complesso che richiede una soluzione creativa, quei 900.000 unionisti, l’accordo del Venerdì Santo 1998 che rappresenta un'”Irlanda concordata”, e così via.

Non stanno andando via, insistono. Walsh riassume semplicemente: “Il popolo irlandese ha un diritto divino di decidere il proprio futuro, e non è possibile farlo quando si hanno gli inglesi che sostenengono di poter governare l’Irlanda.”

Video da Derry 32 CSM

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René Querin

Di professione grafico e web designer, sono appassionato di trekking e innamorato dell'Irlanda e della sua storia. Insieme ad Andrea Varacalli ho creato e gestisco Les Enfants Terribles.

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