Askatasuna Aurrera

Due chiacchiere con Arnaldo Otegi


Da Bilbao, Andrea Varacalli

Arnaldo Otegi“La farsa è iniziata” dice l’inossidabile quarantenne Arnaldo Otegi, portavoce della “base” di Batasuna. Illegalizzati, intossicati dai media, la vetrina politica di Euskadi Ta Askatasuna non ci sta e promette la disobbedienza civile.

Voi di Batasuna condannate la politica del Pnv di essere nient’altro che un utensile dei popolari di Aznar. Come ritenete, alla luce della messa fuorilegge del vostro partito, la posizione del lehendakari Ibarretxe?
In questo momento cruciale nella nostra storia, il Partito Nazionalista Basco (Pnv) abbandona il progetto di unificazione che la iziquierda abertzale stava realizzando per consolidare la società basca e rinegoziare uno Statuto per Euskal Herria. Maghi e fate esistono solo nelle fiabe. Dal giorno alla notte il Pnv e i fascisti di Madrid hanno condannato i militanti della sinistra democratica come terroristi: lo Stato spagnolo, cosciente dell’impossibilità di legittimare un nuovo regime monarchico attua il disegno di un’autonomia patteggiata con il Pnv, intenzionato a egemonizzare il quadro elettorale e che pretende di solcare nella società basca la dicotomia e l’assimilazione del piano statuale per impedire a un settore forte popolare di esprimere le proprie necessità, le proprie rivendicazioni. È un’assenza di democrazia quella che stiamo vivendo.

Arnaldo Otegi a BilbaoAutonomia e Stato: state rischiando l’isolamento, non solo politico, ma anche sociale. Quali saranno i nuovi fronti ora per Batasuna?
Lo Stato, e lo Statuto di autonomia, non permette a centinaia di migliaia di cittadini baschi di svolgere un’attività politica regolare, normalizzata, con uguali opportunità. Davanti a questa situazione mi chiedo, andremo a legittimare questo regime oppure andremo a combatterlo costruendo realmente i pilastri della democrazia per Euskal Herria? Continuando a giocare con l’autonomia, il Parlamento spagnolo, e il “debito di legalità” complice di questo regime antidemocratico, si impedirà ancora al popolo basco di decidere il proprio futuro.

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