Martina Buckley
Un viaggio nel delirio collettivo della chiese Evangeliche Pentecostali statunitensi
Il film è un viaggio di circa un’ora e mezza in un mondo distante anni luce dal cristianesimo e cattolicesimo europeo. La protagonista è il pastore pentecostale Becky Fischer, circondata dai bambini, bambine e ragazzini di un’età variabile dai cinque ai tredici anni, che parteciperanno al “bible camp” tenuto dal pastore stesso ogni estate in Nord Dakota. Un campeggio di indottrinamento fondamentalista e di manipolazione emotiva. Un campo di addestramento per l’esercito delle nuove crociate, quelle che Bush aspira avvengano contro il mondo dei non credenti, dei blasfemi, dei liberali. Tutti temini usati dai partecipanti al documentario. Nulla inventato.
A controbilanciare il delirio dei termini fondamentalisti è il coraggioso giornalista Mike Papantonio, ripreso ad intervalli durante il suo radio talk show “Ring of fire”. Papantonio cerca di analizzare le motivazioni deliranti dell’esercito dei fondamentalisti. È spaventato per la piega pericolosa che l’evengelismo radicale sta prendendo nel suo paese. Per le posizioni politiche determinanti che gli evangelici hanno in mano: il presidente della corte suprema; il congresso della Casa Bianca; il presidente degli Stati Uniti d’America.
Questa pratica è quotidiana aministrazione al Jesus Camp. La glossolalia, ovvero i riti isterici e manipolatori che predominano questo tipo di funzioni, consentirebbero allo “spirito santo” di parlare tramite le bocche degli innocenti. Meglio ancora se sono minori.
La tecnica di indottrinamento viene paragonata dal pastore stesso alle tecniche utilizzate dai fondamentalisti mussulmani per l’indottrinamento delle loro nuove generazioni. “Questo è il nostro esercito” Becky esordisce, l’esercito che consentirà all’America di difentersi dagli “utra-liberal” e dai nemici di Bush. I bambini sono facili da utilizzare, da plasmare, da indottrinare. We hold the keys. Siamo in grado di cambiare il mondo. We have the truth. E la serie di affermazioni millenaristiche continua indisturbata. Bush ha portato credibilità alla fede cristiana, continua il pastore con passione, dobbiamo riconquistare la nostra terra. Abbiamo il potere politico per farlo.
Raccapricciante.
Mi viene in mente Francesco di Assisi che non sapeva nulla di evoluzionismo e teorie del Big Bang ma, intuitivamente chiamava il sole fratello e la luna sorella. Si considerava imparentato a tutte le creature, lupi, agnelli, uccelli, cani. Rifiutò ricchezze e sprechi e decise di vivere con i diversi.
Fu scomunicato.
Ai bambini di Jesus Camp viene negata la creatività dell’atto di lettura. Ogni nozione è spinta a forza nel loro plasmabile cervello prepuberale. L’immaginazione viene bandita quale strumento del diavolo. Il diavolo, che sta lì fuori in agguato, pronto a giustiziare chiunque rimanga vittima di trasgressioni.
Chissà perché mi viene subito in mente Salman Rusdhie ed un suo noiosissimo libro di una ventina di anni fa che per via di un titolo poco felice -Versetti satanici – venne condannato a morte da una società integralista a cui gli episcopali hanno dichiarato guerra. Break the power of the devil on this nation, grida Becky al microfono, davanti ad un’audience attonita, mesmerizzata. L’isteria va crescendo, presto la glossolalia, le lacrime, le lamentazioni di massa sostituiranno qualsiasi possibilità di argomentazione razionale.
Il dialogo è chiuso.
Spero che i Clinton ritornino presto alla Casa Bianca, con i loro vizietti, peccatucci, debolezze e la loro umanità. L’America va ricordata per altre cose. Per il grande apporto alla cultura di tutti i tempi con nomi come Hemingway, Capote, Melville e Scott Fitzgerald, per citarne alcuni. Per la poesia di Bob Dylan e la cinematografia di Capra e Francis Ford Coppola. Per citarne alcuni. La nostra vita sarebbe diversa senza di loro.
Invece, possiamo fare a meno dei fondamendalismi, dell’omofobia e del razzismo. Mi viene subito in mente un grande omosessuale e miscredente, che del vangelo di Matteo fece un’opera di grande poesia. Si chiamava Pasolini (gli episcopali lo avrebbero sicuramente messo al rogo) e mise sua madre nel ruolo della madre di Gesù. Rappresentò l’umiltà del cristianesimo come lo aveva voluto quel Gesù del discorso della montagna. Se non erro lì si diceva che tutti gli uomini sono uguali. E di amare il prossimo tuo come te stesso. Uno strano vangelo. Forse gli evangelici episcopali si sono dimenticati di leggerlo.
Queste persone insultano il darwinismo, una teoria che accomuna tutti gli esseri viventi in una fondamentale legge di eguaglianza e fratellanza. Abbiamo tutti gli stessi geni, non solo esseri umani bianchi neri o gialli, ma anche specie diverse. Abbiamo cinque dita come i gatti e le balene, accomunati in un concetto di fratellanza universale che tanto piaceva a Francesco d’Assisi. I fondamentalisti di Jesus Camp rifiutano la moderna astrofisica e cosmologia che sancisce questa fratellanza a livello molecolare, o meglio, subatomico, con una teoria, quella del Big Bang, che lascia uno spazio enorme alla fede. Dato che ancora nessuno ha scoperto, e forse mai si scoprirà, cosa o chi ha dato origine al Big Bang, cosa o chi ha premuto quel grilletto che ha generato il tutto. Chi ha fede, può facilmente immaginare una mente intelligente come autore dell’atto. Nel mio agnosticismo, una mente intelligente io la vorrei così: generatrice di un inizio e rispettosa del naturale evolversi del tempo.
Una mente che non concepisce guerre. Queste ultime, appartengono agli uomini.