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Liam Clarke

Cryptome Ring/5: Clarke risponde a Ingram

Caro Martin, tu hai scritto:

Liam Clarke sa che l’odierno capo della PSNI Hugh Orde ha detto alla famiglia di Mr Notarantonio che le mie indagini e rivelazioni, spinte fino nei files di Brian Nelson – coinvolto nella storia di Stakeknife – erano vere. Mr Clarke ha parcheggiato la storia semplicemente perché chi lo foraggia non vuole vedere pubblicata la storia.

Martin McGUinnessQuesta non è una ricostruzione accurata. Hugh Orde, allora operante nell’inchiesta Stevens, affermò, come riportato sul Sunday Times del 13 ottobre 2000, di non aver riscontrato alcun collegamento tra l’omicidio Notarantonio e Stakeknife. Questo è il punto nel quale ho iniziato a pubblicare le notizie. Il Guardian ha riportato, nel gennaio 2001, la notizia dell’incontro tra Orde e la famiglia Notarantonio, nel quel il futuro capo della PSNI ha detto loro le stesse cose del mese precedente. Questo copre il periodo nel quale mi sono reso conto della notizia ma non l’ho pubblicata. Non c’era nessuna garanzia, erano solo dicerie.

Non so cosa sia potuto accadere per rimettere in pista la storia nel frattempo, sebbene sia già stata riciclata frequentemente. Non so davvero se sia vera oppure no, ma propendo più per la seconda ipotesi.

Non sto accusando Martin Ingram di averla sviluppata e abbellita. Si tratta sempre, comunque, di una notizia sentita di seconda mano e non raccontata direttamente a lui. Ora sta cercando di auto-convincersi che sia vera, continuando a ripeterla, ma senza portare nuove prove. Penso questo sia l’esempio di un processo illusorio, quando si comincia ad accettare affermazioni familiari come vere.

Ecco un altro esempio. Afferma di aver ricevuto documenti sull’affaire McGuinness/MI6 per oltre diciotto mesi da alcuni giornalisti e per due anni da altri. All’inizio dell’anno ha raccontato a Radio Free Eireann di aver sospettato McGuinness di essere un agente britannico, ma senza avere prove certe. Cosa è cambiato nel frattempo? Solo la testa di Martin Ingram.

Riguardo a McGuinness, la scorsa settimana, ha rivelato sul News Letter (e tradotto su LET, NdR):

Sono d’accordo con lui. Non sono in possesso di documenti o di registrazioni in grado di dimostrare inequivocabilmente che sia stato un agente britannico.
Da due anni sono in possesso di questo documento, non è certamente una cosa saltata fuori all’ultimo minuto.
In verità volevo raccogliere dell’altro materiale prima di renderlo pubblico, ma purtroppo le cose non sono andate secondo i miei piani.
Se ho qualche dubbio che la trascrizione riguardi veramente McGuinness? Credo che quello che conti in questa circostanza non sia ciò che penso io ma ciò a cui vuole credere il movimento repubblicano. Solo loro possono rispondere a questa domanda.

Come per le sue rivelazioni, sono irritato perché non ho preso la storia. Prima l’ha letta ad alta voce, poi mi ha inviato il documento, la settimana prima della pubblicazione. Da quello che racconta, questo è accaduto prima di concederlo agli altri giornalisti che l’hanno pubblicato, ma forse è l’ennesima bugia per far perdere le tracce.

Traduzione a cura della Redazione di Les Enfants Terribles

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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