Il 9 settembre è stato annunciato che lo stesso giorno il prigioniero Iñaki Bilbao Goikoetxea aveva avviato uno sciopero della fame nella prigione di Puerto-III per chiedere un Paese Basco “indipendente, socialista, unito e di lingua basca”.
Già nel 2017 il POW basco aveva iniziato uno sciopero di 30 giorni. Questa volta il prigioniero ha aggiunto una sospensione delle comunicazioni, perché ha deciso di non lasciare la cella durante lo sciopero.
“Non avrà ore d’aria né terrà comunicazioni, visite o conversazioni telefoniche”, hanno affermato Amnesty International e Amnistiaren Aldeko eta Errepresioaren kontrako Mugimendua (ATA), che nei giorni scorsi ha indetto altre manifestazioni in alcune località di Euskal Herria.
In ogni caso, Iñaki Bilbao non compare nell’elenco dei detenuti che ATA ha sul suo sito web. Questo movimento cita cinque persone in quella lista di prigionieri che sono al di fuori del Collettivo dei prigionieri politici e prigionieri baschi (EPPK), ma non Bilbao.
Iñaki è stato uno dei primi prigionieri a lasciare l’EPPK a seguito del cambio di strategia della sinistra abertzale e della cessazione della lotta armata da parte dell’ETA, organizzazione alla cui militanza ha anche rinunciato. Le loro posizioni sono state fortemente segnate dalla difesa della lotta armata creando un nuovo fronte dissidente nella storica formazione basca.
L’AAEAM ha chiesto una mobilitazione a Bizkaia (Bilbo) questo sabato 26 settembre. La manifestazione lascerà piazza Moyua alle ore 18:30.
