Le accuse nei suoi confronti sono state smontate pezzo su pezzo in questi mesi e sono soprattutto basate su alcune dichiarazioni estorte a un suo conoscente sotto tortura nel periodo di isolamento seguito all’arresto, una pratica in uso alla polizia spagnola in particolare nei confronti dei militanti politici baschi. Ma questo non è bastato per rompere i legami tra Roma e Madrid. Da sottolineare poi che la notizia della decisioni dei giudici è stata appresa dalla stampa spagnola, prima ancora che la decisione fosse notificata agli avvocati difensori di Lander.
Non si ferma tuttavia la battaglia in difesa del compagno basco e la solidarietà. Questo pomeriggio il comitato ‘Un caso basco a Roma’ sarà di nuovo in piazza, al Colosseo, con gli striscioni e le bandiere contro l’estradizione e per la libertà di tutti i prigionieri politici baschi. Claudio, del comitato “Un caso basco a Roma”.
Una iniziativa che si tiene a fianco di un altro presidio, dei comitati di solidarietà col popolo palestinese. Oggi infatti è la giornata internazionale del prigioniero politico palestinese. Manifestazioni sono in corso oggi anche davanti al carcere israeliano di Ofer, vicino Ramallah, simbolo delle politiche detentive di Tel aviv dove attivisti palestinesi hanno tagliato parte della rete protettiva intorno alla prigione. Gli ultimi mesi sono stati molti intensi e hanno visto quattro scioperi della fame che hanno portati alla morte di due prigionieri. Sono 4812 i detenuti nelle carceri israeliane tra loro ci sono oltre 219 minorenni, dal 1967 in oltre 750.000 sono passati per le prigioni israeliane, una cifra equivalente al 20% del popolo della Palestina occupata.