Con il processo di vaccinazione Covid avanzato e in accelerazione in Catalogna, e un governo pienamente costituito, l’organizzazione pro-indipendenza Assemblea Nazionale Catalana (ANC) ha intenzione di ri-energizzare la base separatista per svolgere il suo ruolo di pressione sui partiti politici ancora una volta. È per questo che nell’autunno del 2021, la piattaforma ha convocato due grandi mobilitazioni, con l’appoggio di Òmnium Cultural e dell’AMI, l’associazione dei comuni indipendentisti.
Sulla stessa linea, il coordinatore della comunicazione dell’Assemblea Adrià Alsina ha anche messo un accento speciale sul concetto di unilateralismo, a cui l’organizzazione ha dato particolare risalto nella sua posizione strategica negli ultimi mesi. “L’idea di base è sottolineare che l’indipendenza è, per sua natura, un atto unilaterale”, ha detto, ricordando le esperienze della Slovenia e dei paesi baltici che l’Assemblea ha studiato attraverso una conferenza telematica tenutasi a maggio. “Il primo ottobre fu una vittoria del popolo e dell’unilateralismo. Quello che non ha funzionato è stato quello che è venuto dopo”, ha affermato.
La manifestazione della Diada
La manifestazione dell’11 settembre sarà ancora una volta centralizzata nella città di Barcellona e si baserà su una marcia che andrà da Plaça Urquinaona al Parlamento della Catalogna. Davanti alla camera catalana è il luogo in cui l’ANC prevede di tenere i suoi discorsi. Questo percorso e il fatto stesso che l’Assemblea abbia scelto di condurre i suoi sostenitori di base fino alla porta dell’istituzione rappresentativa fa parte della pressione che vuole esercitare sui partiti politici pro-indipendenza. Infatti, nel comunicato di presentazione, l’organizzazione avverte che la società deve essere preparata “per quando la via del dialogo fallisce e/o c’è una sentenza finale internazionale [del processo], per guidare i partiti e le istituzioni in questa fase”.