Distretto Nord

Belfast: lealisti cacciano cattolici dalle loro case

I leader politici nordirlandesi hanno condannato la campagna di minacce che ha costretto quattro famiglie cattoliche a lasciare la propria abitazione di Cantrell Close a South Belfast

Sabato scorso le famiglie sono tornate nelle loro case di South Belfast per raccogliere le proprie cose e chiudere per l’ultima volta la porta della loro casa dei sogni.

La scorsa settimana le famiglie erano state costrette a lasciare le abitazioni di Cantrell Close, nella zona di Ravenhill, nel cuore della notte, dopo che la polizia era arrivata per comunicare loro di essere sotto minaccia da parte dei paramilitari lealisti.

Le famiglie erano arrivate l’anno scorso in questo nuova zona residenziale costruita per permettere a famiglie cattoliche e protestanti per vivere insieme, in base ad un progetto voluto dal governo condiviso di Stormont.

Tuttavia durante l’estate bandiere lealiste e dell’UVF sono state esposte sui lampioni, nel tentativo di intimidire i residenti cattolici.

Nelle prime ore di mercoledì scorso quattro giovani famiglie cattoliche hanno lasciato le loro abitazioni, dopo essere state avvertite del rischio di un possibile attacco. Si ritiene che la minaccia provenisse dall’Ulster Volunteer Force.

La polizia è stata duramente criticata per non aver protetto le famiglie, così come la parlamentare DUP Emma Little-Pengelly venne criticata a giugno quando la sua prima reazione all’esposizione delle bandiere lealiste fu di minimizzare l’accaduto perché la maggioranza dei residenti “non volevano trambusto riguardo alla questione”.

Adesso, e alla luce dei recenti sviluppi, la parlamentare ha detto che sta cercando di capire “quanto sia credibile” la minaccia e da chi proviene.

“Tutte le intimidazioni sono sbagliate. Sto cercando di aiutare e contatterò le associazioni legate alle abitazioni e la PSNI”.

Più tardi, in un comunicato congiunto rilasciato insieme all’altro parlamentare Cristopher Stalford, i due hanno bollato l’intimidazione come “deplorevole” e hanno detto che i responsabili “devono essere identificati e portati in tribunale”.

Máirtin Ó Muilleoir, parlamentare di South Belfast per lo Sinn Féin, ha commentato causticamente sulle minacce e sulla risposta della PSNI.

“Questo è l’apice della politica della PSNI, da me ripetutamente criticata, che permette attività nefaste alla UVF di East Belfast”, ha affermato.

“Questa politica di lassismo è evidenziata dal fatto che dopo quattro giorni dalla comunicazione delle minacce verso le famiglie cattoliche di Cantrell Close, non c’è ancora stata una dichiarazione del capo della polizia e nessun arresto è stato fatto. Incredibilmente la PSNI afferma di non essere in grado di identificare chi ha lanciato le minacce”.

Ó Muilleoir ha continuato: “La PSNI è l’unica a non essere consapevole che la UVF di East Belfast era dietro la costruzione di Cantrell e Global, con le bandiere lealiste e della formazione paramilitare in mostra prima del completamento, con l’esposizione di bandiere UVF durante l’estate per intimidire le famiglie cattoliche, con le minacce verso quattro famiglie.

“Non è sfuggito alla comunità di South Belfast che questi paramilitari hanno appoggiato il DUP prima delle elezioni di giugno e hanno mobilitato i propri membri per votare il partito unionista.

“È tempo di dare un dispiacere ai mercanti di odio e ai teppisti che vogliono riportare l’orologio indietro al 1969. Non dobbiamo permettere che accada”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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