Da Belfast Andrea Varacalli, luglio 2005
E alla fine rimase solo il muro unionista. A meno di una settimana dal disarmo dei Provisional Ira (Pira) continua l’impasse nel processo di pace nordirlandese. Non sono state abbastanza convincenti le garanzie del Generale John De Chastelain, testimone e garante dello smembramento dell’arsenale repubblicano, per il reverendo Ian Paisley. Il suo Democratic Unionist Party (Dup) non compra l’affare. Gli unionisti non si fidano dei Provisionals Ira nè di Gerry Adams. Soprattutto, la comunità protestante nordirlandese non si fida più di Londra. In un mese in cui le formazioni paramilitari lealiste hanno sparato sulle stesse forze di sicurezza britanniche nei più feroci scontri degli ultimi anni, il cortocircuito politico e sociale tra l’establishment inglese e la Belfast ultra-lealista non cessa d’inasprirsi. È paura quella unionista: ma paura di cosa? Paura di non avere più un nemico. Un nemico come ragione d’esistenza stessa degli apparati securocratici che per un secolo hanno gestito e conservato l’unione delle Sei Contee. Non vi è dubbio, l’Ira si è disarmata. Da est a Ovest del capoluogo: il primo, il secondo e il terzo battaglione della brigata Belfast si sono completamente sciolti. L’inimmaginabile è avvenuto. Dalla lotta armata alla politica costituzionale in soli otto anni. Per Paisley però non è andata così. Paisley vela da più di mezzo secolo come assoluto protagonista delle pagine più drammatiche nella storia nordirlandese e conosce meglio di qualsiasi altro il proprio dirimpettaio. “Big Ian” sa bene che l’idra repubblicana della lotta armata non è stata soffocata.Scarti troppo evidenti, soprattutto sul Semtex in dotazione dei provisionals. Almeno due Barret Light Fifty, un fucile d’altissima precisione, con cui il South Armagh Sniper Team dell’Ira ha ucciso undici soldati inglesi fino al 1997, sarebbero adesso nelle mani della Rira. L’assemblea mista del parlamento semi-autonomo di Stormont, pertanto rimarrà congelata almeno fino alla seconda metà del 2006. Sarà, un’altra commissione, l’IMC, che monitorerà semestralmente le attività dell’Ira. Le sorti e le ambizioni pan-nazionaliste politiche di Adams e soci, infatti, dipenderanno anche dalla cessazione e discontinuità di tutte le alacrità criminali vicine agli ex Provisionals Ira. Tempo scaduto: non vi saranno altre chances. E adesso è il turno dei dicasteri del lealismo nordirlandese. Ulster Defence Association (Uda) e Ulster Volunteer Force (Uvf) che, senza un chiaro nemico, dovranno giustificare alla propria enclave la giustezza di mantenersi armati. Il 1969 lo ha già insegnato: saranno giornate di vigile incertezza e di sicura tensione per le comunità nazionaliste che vivono lungo la peaceline.