Andrea Varacalli, 30 marzo 2006
Chapter Two
Fra tutte le speculazioni che circolarono immediatamente dopo il break-in, sono due gli scenari che emersero prepotentemente. Il primo vede l’IRA responsabile del blitz, ma ancora oggi la formazione nega ogni coinvolgimento. Contro-evidenza inizialmente avvalorata dalla perentoria presa di posizione dell’ex capo della polizia Sir Ronnie Flanagan. Fatti i propri calcoli, decidere di ammettere d’essersi fatti trapanare dai Provisional a Castlereagh non avrebbe avuto molto senso. Ecco quindi che le prime indicazioni di Sir Ronnie puntavano “sull’operazione interna”. Funambolismo istituzionale, l’imbarazzo era in arginabile ma da Londra gli incaricati del governo iniziavano ad affollare le basi militari nella provincia. Flanagan, interrogato, si diceva sorpreso dall’ipotesi formulata da alcuni sul coinvolgimento paramilitare repubblicano in un’operazione delicata come questa. Viceversa, giornalisti di un certo tipo e ambienti dei servizi coincidevano nelle valutazioni.
Certo, come abbiamo già detto nella prima parte di questa storia, l’interesse che il Provos nutriva verso la scoperta dell’identità degli informatori, e dei loro handlers in particolare, era ed è ancora molto forte. Soprattutto lo è stato nel marzo del 2002, quatendo ancora non si conosceva il volto di Stakeknife e che meno di un anno dopo si sarebbe disegnato in quello di Freddie Scappaticci. Erano giorni in cui il panico stava disorientando l’intera Brigata Belfast. Di la si allungava il riflesso istantaneo dell’inquietudine in seno ai servizi. Duecentocinquanta agenti dello Special Branch furono traslocati e ricollocati nel capoluogo e nella provincia in sole settantadue ore. Le perquisizioni iniziarono dapprima a West Belfast poi a North Belfast e infine oltre il Lagan a East Belfast. Centinaia d’abitazioni messe sottosopra e materiale d’ogni genere fu confiscato. Addirittura furono portati via dalla PSNI vestiti per bambini e videocassette di cartoni animati, quadri e tappeti. In realtà, si stavano rimuovendo le bugs, le cimici-spia dalle case dei repubblicani più in vista di Andersontown.
Lo chef coltivava solide relazioni d’amicizia con alcuni degli shinners che contavano vicinissimi alla leadership. Larry, sarebbe questo il suo primo nome, aveva regolari comunicazioni telefoniche con uno degli architetti del thinktank di Gerry Adams e della spinmachine dello Sinn Fein: mister Denis Donaldson. La lunga lama dell’MI5 nel GFA.
L’altro proscenio invece di questa strana storia mostra che il blitz era stato progettato con il preciso scopo di rimuovere documentazioni molto care al Force Research Unit. L’ipotesi fu rafforzata soprattutto dalla lunga lista di break-in già visti in passato nei vari dicasteri dei servizi e sempre guardacaso per mano proprio degli agenti della 14/Intelligence. In particolare, questa seconda analisi si snoderebbe all’interno della “Stevens3”, ovvero la pubblica inchiesta sull’omicidio Finucane Atto Terzo. La morte di Stobie…