Distretto Nord

La bomba di Omagh

Driiiin Driiiin. Il telefono squilla nella sede di Ulster Television. Sono le 14.30 di sabato 15 agosto 1998.
Margareth Hall solleva la cornetta. Dall’altra parte del filo giungono solo poche parole: “C’è una bomba, vicino al palazzo di giustizia a Omagh, 500 libbre, esplosione tra 30 minuti”.
Subito viene avvertito il numero-emergenze della RUC. La donna parla con l’agente George Mullan, di stanza a Belfast, confermando che il codice comunicato dall’uomo è “Malta Pope” (1).

Effetti dello scoppio
Effetti dello scoppio
Alle 14.32 il telefono squilla anche all’ufficio di Coleraine dei Samaritani. Un uomo comunica alla centralinista che “questo è un allarme-bomba. Esploderà in 30 minuti, a Omagh”.
Viene nuovamente allertata la RUC di Coleraine. Il codice di allerta è lo stesso comunicato in precedenza.

Dopo tre minuti una nuova telefonata giunge all’Ulster Television: “Bomba, Omagh, 15 minuti”.

Due telefonate vengono fatte da una cabina telefonica di Forkhill, mentre l’altra giunge da una cabina di Newtownhamilton, entrambe in South Armagh. Secondo Margareth Hall, di Ulster Television, l’uomo che ha chiamato ha “un leggero accento del Nord ed un’età compresa tra i 50 ed i 55 anni”.

Le informazioni sono passate all’agente William Hall a Omagh. Inizia l’operazione di polizia. Con gli avvertimenti ricevuti, la polizia inizia ad isolare la zona intorno al palazzo di giustizia per effettuare le ricerche dell’ordigno.
La gente viene allontanata dalla zona, per essere spostata verso Market Street, ritenuta sicura.

Autobomba prima dello scoppio
Autobomba prima dello scoppio
Mezz’ora prima una Vauxhall Chevalier, targata MDZ 5211 – rubata a Carrickmackross, in Contea Monaghan, due giorni prima – viene parcheggiata in Market Street , accanto al negozio SD Kells. Due uomini scendo tranquillamente. I passanti ignorano che, chiusi nel bagagliaio, ci sono 140 chili di esplosivo a base di fertilizzante.

Alle 15.10 l’autovettura esplode nel centro della folla. La detonazione fa volare pezzi dell’auto a parecchie decine di metri.
L’intera facciata di SD Kells viene distrutta ed il tetto collassa sul piano superiore. Molte vittime erano all’interno del negozio. Nella parte opposta della strada il Pine Emporium, un negozio di mobili, viene investito in pieno dall’onda d’urto. La proprietaria, Elisabeth Rush, muore all’istante.
La potenza della bomba è tale che molti corpi non verranno mai trovati. Scoppiano degli incendi, dovuti al calore. Schegge di vetro e metallo piombano, incandescenti, sulla folla. Esplode anche una tubatura dell’acqua posta sotto la strada.
Nell’istante successivo all’esplosione, 21 persone muoiono, ma il conto non è destinato a fermarsi.

Memoriale ad Omagh
Memoriale ad Omagh
Sul luogo giungono molte ambulanze, in un concerto assordante di sirene. Vengono presi due autobus e macchine di volontari per trasportare negli ospedali i feriti.
Da un negozio vengono prese tende, per essere utilizzate come coperte, mentre i paramedici prelevano dalle farmacie cittadine tutte le medicine essenziali per portare le prime cure ai feriti. Un prete giunge per dare conforto spirituale, in mezzo ai calcinacci.
I feriti sono oltre 300.

La RUC, tramite appelli radio, richiama in servizio i medici ed i loro staff. I feriti meno gravi vengono trasportati in altri ospedali, più distanti da Omagh, per ricevere le cure necessarie. Sono molti gli ospedali interessati: Tyrone County Hospital (Omagh), MusgravePark, Royal Victorial ed il Belfast City Hospital (Belfast), The Ulster Hospital (Dundonald), South Tyrone Hospital (Dungannon), Altnagelvin (Derry) e Erne Hospital (Enniskillen). Per una tragica fatalità, un’ambulanza che trasportava un ferito a Belfast si scontra frontalmente con un’auto, uccidendo il conducente, Gary White.

I vigili del fuoco, aiutati dall’esercito, lavorano per molte ore, scavando con le mani alla ricerca di superstiti ma trovano ancora cadaveri.

Poco dopo lo scoppio
Poco dopo lo scoppio
Le notizie corrono in tutta la nazione. Il numero delle vittime cresce con il passare delle ore. Uno dei feriti, Sean McGrath, morirà dopo tre settimane di lotta mentre Avril Monaghan era incinta di due gemelli, portando così il totale delle vittime a 31.

I parenti delle vittime vengono tenuti in sospeso per lunghe ore, in quanto solo 5 corpi riescono ad essere identificati immediatamente.

Tre giorni dopo la Real IRA rivendica l’attentato, scaricando le responsabilità sulla RUC, colpevole di non aver seguito le indicazioni dei 3 avvertimenti che indicavano chiaramente l’obiettivo da colpire – a 300 metri dal palazzo di giustizia e in una zona commerciale. Per i paramilitari “l’attacco è parte di una nuova stagione di lotta contro gli inglesi. Chiediamo scusa per le vittime civili”.
Mo Mowlan, segretario di Stato per l’Irlanda del Nord, ritiene il comunicato “una patetica scusa per un omicidio di massa”. Poco tempo dopo la Real IRA dichiarerà il cessate-il-fuoco.

Colm Murphy
Colm Murphy
Omagh è stata l’azione più sanguinaria di tutti i Troubles, avvenuta nel periodo di maggior speranza per il Nordirlanda. L’accordo del Venerdì Santo era stato firmato appena 3 mesi prima. Il massacro ebbe effetti catastrofici sulle vittime e sulle loro famiglia, ma rese più determinati i politici a percorrere la via del processo di pace. L’esatto opposto delle intenzioni della Real IRA.

Per la bomba di Omagh fu arrestato solamente Colm Murphy. Secondo l’accusa aveva fornito due telefoni cellulari ad un membro della Real IRA, durante l’organizzazione dell’attacco.

Giudicato a Dublino nel 2002 dalla Special Criminal Court per cospirazione nell’attentato di Omagh, fu condannato a 14 anni di carcere.

A gennaio del 2005 Murphy viene rilasciato dietro il pagamento di una cauzione di 120.000 euro, costretto a comunicare alla polizia l’indirizzo di residenza e con l’obbligo di firmare quotidianamente il registro presso la stazione di polizia di Dundalk.

Note

(1) Le parole in codice sono stabilite tra le organizzazioni paramilitari e le forze di sicurezza. Servono a queste ultime per evitare di rispondere a finti allarme-bomba, mentre le organizzazioni paramilitari posso ottenere la “paternità” di un attacco, nel caso due formazioni rivendichino la stessa bomba. Malta Pope era il nome di un aiutante del senatore americano Mitchell, leader dei negoziati del 1997 e 1998. Queste parole sono state utilizzate anche per la bomba di Banbridge, rivendicata dalla Real IRA. Torna su

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René Querin

Di professione grafico e web designer, sono appassionato di trekking e innamorato dell'Irlanda e della sua storia. Insieme ad Andrea Varacalli ho creato e gestisco Les Enfants Terribles.

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