Les Enfants Terribles

Martin Galvin: candidare Marian Price per riportarla a casa

Free Marian PriceSe Marian Price o un candidato surrogato dovesse presentarsi al posto suo nelle prossime elezioni suppletive per il seggio del Mid Ulster, potrebbe essere un’opportunità che lo Sinn Fein non dovrebbe trascurare velocemente.

Ancora una volta venerdì scorso Martin McGuinness ha detto all’Irish News che gli inglesi non si illudono sull’impegno dello Sinn Féin per vedere Marian libera. Eppure Marian, come Martin Corey, resta in carcere.

Apparentemente gli appelli dello Sinn Féin contro l’internamento da (ritiro della) licenza, anche quelli avanzati personalmente da Martin McGuinness, significano davvero poco per Theresa Villiers, così come fu per Owen Paterson.

Se lo Sinn Féin vuole avere una reale influenza politica verso gli inglesi e vuole l’immediata cessazione dell’internamento, come effettivamente richiede, come possono gli inglesi andare semplicemente avanti a prescindere, ignorandoli?

Gli inglesi, ovviamente, credono di aver legato così strettamente lo Sinn Féin a Stormont e ai posti nelle commissioni di polizia affinché il partito non possa più scindersi dalla corona, anche al prezzo di agire ancora per l’internamento.

Gli unionisti si stentono così incoraggiati che Peter Robinson si crede degno di dare lezione ai repubblicani sui nomi che possiamo o non possiamo utilizzare per la parte di Irlanda governata dai britannici, mentre Mike Nesbitt interpreta erroneamente “l’iniziativa di scuse” per alcune specifiche operazioni dell’IRA con una presunta ammissione che l’intera lotta era criminale e illegittima.

Lo Sinn Féin affonda le proprie radici nell’utilizzare le elezioni britanniche per fare propaganda per i prigionieri, ben prima dell’elezione di Bobby Sands a parlamentare, e lo slogan “eleggetelo per farlo uscire” fu usato per combattere per la libertà dei repubblicani internati dopo la Rivolta di Pasqua del 1916.

Oggi il partito sembra riluttante a rompere le fila e a sfidare gli inglesi uscendo da Stormont o dalle commissioni di polizia.

Appoggiare un rappresentante repubblicano dei prigionieri in Mid Ulster fornirebbe al partito una via di mezzo che non richiede l’abbandono dei seggi e semplicemente sostituirebbe il loro candidato astensionista.

Sostenere questo tipo di iniziativa coraggiosa, mostrando una leadership politica necessaria per “portal a casa” e far cessare l’internamento mostrerebbe agli inglesi, agli unionisti e a tutte le sfumature del repubblicanesimo che lo Sinn Féin non resta immobile sull’internamento.

Potrebbe significare libertà per Marian e Martin e per altri repubblicani che saranno i prossimi sulla lista inglese se non sospendono adesso l’internamento da licenza.

Martin Galvin, Bronx, New York

Put Marian Price into Mid Ulster seat to get her home

If Marian Price or a surrogate nominee were to stand on her behalf for the soon to be vacated Mid Ulster seat, il would present Sinn Féin with opportunities that should not be hastily disregarded.

Again last Friday, Martin McGuinness told The Irish News that the British were under no illusions about Sinn Féin’s commitment to see Marian free. Yet Marian, like Martin Corey, remains in prison.

Apparently Sinn Féin appeals against internmente by licence, even those personally conveyed by Martin McGuinness, means as little to Theresa Villiers as they did to Owen Paterson.

If Sinn Féin held real political sway with the British and wants, indeed demands, an immediate halt to internment by licence, how can the British simply carry on regardless and ignore them?

The British obviously believe they have tethered Sinn Féin to posts in Stormont and on constabulary boards so tightly that the party can no longer break ranks with the crown and walk out, even at the price of sitting still for internment.

Unionists are so emboldened that Peter Robinson thinks himself worthy to lecture republican on the names we may or may not use for the British-ruled portion of Ireland, while Mike Nesbitt misinterprets the “sorry initiative” apologies for specific IRA operations as a sorry admission that the entire struggle was criminal and illegitimate.

Sinn Féin’s own roots in using British elections to campaign for republican prisoners go back long before Bobby Sands MP and the slogan “put him in to get him out” was used to fight for the freedom of republicans interned after the 1916 Rising.

Today the party seems reluctant to break ranks and challenge the British by a walk-out from Stormont or constabulary boards.

Standing aside for a republican prisoners representative in Mid Ulster would provide a middle ground requiring no walk-out from any seats and merely substitute one abstensionist candidate for its own.

Backing this type of bold initiative and showing the political leadership necessary to “bring them home” and end internment would show the British, unionists and all shades of republicans that Sinn Féin will not sit still for internment.

It could mean freedom to Marian and Martin and for other republicans who will be next on Britain’s list if we do not end internment by licence now.

Martin Galvin, Bronx, New York

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