La PSNI e il Public Prosecution Service sono accusati di utilizzare un sistema di “internamento da custodia cautelare”, dopo che tutte le accuse di aver scattato fotografie a membri della polizia per scopi “terroristici” elevate contro Stephen Murney, membro del partito di ispirazione socialista éirígí, sono decadute.
Stephen Murney doveva rispondere di alcune accuse legate all’aver scattato fotografie al personale PSNI impegnato in operazioni di stop-and-search, proteste pubbliche e in altre occasioni. Stephen Murney è stato detenuto a Maghaberry per 14 mesi.
Fino al suo arresto e imprigionamento avvenuto nel 2012, Stephen Murney ha sempre lavorato come Addetto alle Relazione Pubbliche per éirígí nella zona di Newry e Mourne. Le fotografie erano state scattate per registrare, documentare e pubblicizzare l’abuso di poteri da parte della PSNI.
Parlando in seguito al suo rilascio, Stephen Murney ha affermato: “La mia incarcerazione negli ultimi 14 mesi è stato il diretto risultato dei miei punti di vista politici e della mia appartenenza ad éirígí – un partito politico aperto e legittimato.
“Quelle accuse, per le quali sono stato trovato innocente, sono state avanzate dalla PSNI, che contestava il fatto che io registrassi, documentassi e pubblicizzassi gli abusi del personale PSNI nei confronti dei diritti civili e umani dei cittadini nella zona di Newry.
“Sebbene fosse chiaro fin dal principio che le accuse erano totalmente prive di fondamento, sia la PSNI che l’accusa ha insistito con una sciarada legalizzata sfociata nel mio imprigionamento da dicembre 2012. Non c’è altro modo per descrivere quello che è successo, se non parlando di «internamento con rinvio in custodia».
“Intendo continuare con il mio attivismo in éirígí”.
IL segretario generale di éirígí, Breandan Mac Cionnaith, che ha assistito al processo, dice: “Sin dall’inizio abbiamo affermato che le accuse contro il nostro compagno di partito non erano altro che un maldestro tentativo di rimuovere dalla sua famiglia e dalla comunità un attivista impegnato. In breve, la detenzione di Stephen è «internamento con rinvio in custodia».
“Il caso di Stephen evidenzia, ancora una volta, le false voci messe in campo dai partiti nazionalisti nelle Sei Contee. Questo caso incarna la realtà della moderna gestione politica della polizia.
“Se la PSNI e l’accusa avessero avuto ragione nella loro azione contro Stephen, è molto chiaro che questo caso avrebbe avuto profonde implicazioni in relazione all’articolo 10 della COnvenzione Europea sui Diritti dell’Uomo. Nell’articolo 10 si enuncia che chiunque ha il diritto di libertà di espressione. Quel diritto include la libertà di avere opinioni e di ricevere e dare informazioni e idee senza interferenza da parte delle autorità statali.
“L’arresto e l’incarcerazione di Stephen era un palese ma rozzo tentativo di censura politica e l’aperta soppressione delle opinioni politiche legittimamente detenute, in violazione diretta dell’articolo 10.
“A questo proposito, il caso ricorda molto da vicino le accuse mosse dalla RUC contro gli attivisti politici e le altre persone fermato in base al vecchio e screditato Special Powers Act.
“Se la PSNI e l’accusa avessero trionfato in questo caso, non ho dubbio che ci sarebbero stati arresti di altri attivisti politici e ordini di censura sulle pubblicazioni politiche, come primo passo verso l’eliminazione di éirígí dall’agone politico”.
Tratto da éirígí
éirígí’s Stephen Murney Cleared of all ‘Terrorism’ Charges
The PSNI and prosecution service stand accused of operating a system of ‘internment by remand’ after Stephen Murney, a member of the socialist republican party éirígí, was cleared of all charges alleging that he took photographs of PSNI personnel for “terrorist” purposes.
Stephen Murney had faced a number of charges related to taking photographs of PSNI personnel during stop and search operations, public protests, and other incidents. He had been detained in Maghaberry prison for the past 14 months.
Until his arrest and imprisonment in 2012, Stephen Murney held the position of local Public Relations Officer for éirígí in the Newry and Mourne area. The photographs were taken by him in that capacity in order to record, document and publicise PSNI misuse of their powers.
Speaking after his acquittal and release, Stephen Murney said, “My imprisonment for the past 14 months was as a direct result of my political views and my membership of éirígí – an open and legitimate political party.
“Those charges, of which I have been found to be innocent, were brought against me by the PSNI who objected to fact that I recorded, documented and publicised PSNI personnel abusing the human and civil rights of citizens in the Newry area.
“Even though it was clear from the very outset that these charges were completely without substance, both the PSNI and prosecution service have persisted with a legalised charade which resulted in my imprisonment from December 2012. There is no other way of describing that charade except as ‘internment by remand’.
“I intend to continue with my activism on behalf of éirígí.”
éirígí’s general secretary, Breandán Mac Cionnaith, who attended the trial, said, “From the outset, we have said that the charges against our party comrade were nothing more than a spurious means to remove a committed and dedicated political activist from his family and his community. In short, Stephen’s imprisonment has been tantamount to ‘internment by remand’.
“Stephen’s case also highlights, yet again, the false claims made by constitutional nationalist parties in the Six Counties. This case clearly epitomises the reality of modern political policing.
“Had the PSNI and prosecution service been successful in their action against Stephen, it is very evident that this case would have had profound implications in relation to Article 10 of the European Convention of Human Rights. Article 10 states that everyone has the right to freedom of expression. That right includes the freedom to hold opinions and to receive and impart information and ideas without interference by state authorities.
“Stephen’s arrest and imprisonment was a blatant but crude attempt at political censorship and the open suppression of legitimately-held political opinions in direct contravention of those Article 10 rights.
“In that regard, this case is strongly reminiscent of the type of charges brought by RUC against political activists and others under the old and internationally discredited Special Powers Act.
“Had the PSNI and prosecution service succeeded in this case, I have no doubt that it would have led to the arrests of other political activists and to possible gagging orders on political publications as a first step towards an outright ban on éirígí as a political party.”