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Alt del Sudafrica al Dalai Lama: “Niente visto fino ai Mondiali 2010”

Il governo nega l’ingresso alla guida spirituale del Tibet. Gli organizzatori annullano conferenza su calcio e pace

dalai lamaLa questione tibetana torna a dividere il mondo. Il governo sudafricano non ha alcuna intenzione di concedere il visto al Dalai Lama prima dei Mondiali di Calcio 2010. Domenica Pretoria ha annunciato di aver negato l’entrata nel paese al leader spirituale tibetano, chiamato come molti altri premi Nobel a partecipare a una conferenza di pace e calcio a Johannesburgh, sollevando vive proteste e obbligando gli organizzatori a rinviare l’evento.

A organizzare la conferenza di venerdì sono i funzionari di calcio sudafricani, in vista dei primi Mondiali di calcio in Africa. Ma, come è già accaduto alle Olimpiadi di Pechino, la questione tibetana invade il campo dello sport. Il portavoce del presidente sudafricano Kgalema Motlanthe, ha precisato che il governo non rilascerà alcun visto al Dalai Lama prima del mega evento calcistico: «No, non lo faremo», ha detto senza aggiungere commenti. Ieri Pretoria aveva ammesso di aver rifiutato il visto al leader spirituale dei tibetani «nel nome dell’interesse nazionale». Venerdì 27 marzo il 14esimo Dalai Lama era atteso alla conferenza a Johannesburg assieme ad altri Premi Nobel.

Il comitato Nobel per la pace e due Premio Nobel sudafricani, Desmond Tutu e Frederik de Klerk, avevano già annunciato l’intenzione di boicottare l’incontro, se il Sudafrica, che ospiterà la Coppa del Mondo l’anno prossimo, non avesse cambiato idea. Così non è stato. Sono gli organizzatori che hanno deciso «nell’interesse della pace», di rinviare la conferenza sulla pace in Sudafrica«, ha dichiarato alla stampa il presidente Irvin Khoza, uno dei responsabili locali dei Mondiali 2010. Oggi la Cina era tornata ad attaccare il Dalai Lama e a elogiare la decisione di Pretoria di non concedere il visto al leader buddista tibetano. A una domanda di un giornalista, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Qin Gang ha replicato che sempre più paesi cominciano ad abbracciare la causa cinese, secondo la quale il 14esimo Dalai Lama Tenzin Gyatso usa la religione come pretesto per ottenere l’indipendenza della regione himalayana.

Secondo alcuni ambienti governativi sudafricani, il Paese ha chiuso le porte al leader tibetano per non mettere a rischio i rapporti con la Cina. Non a caso il Sudafrica è uno dei principali partner commerciali cinesi nel continente africano, tanto da rappresentate il 20,8% degli scambi di Pechino con l’Africa.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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