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Elezioni legislative in Slovenia

Domenica scorsa un milione e 700.00 elettori sloveni si sono recati alle urne per eleggere i 90 deputati di quella che diventerà la quinta legislatura dall’indipendenza di questo Paese ex jugoslavo, dichiarata nel 1991. La carta dava come favorito il Partito Democratico Sloveno (Sds) del premier Janez Jansa , che a sorpresa aveva trionfato nelle elezioni del 2004. Ma la vittoria alla fine è andata al Partito Socialdemocratico(Sd) di Borut Pahor. Sulla sconfitta del partito dell’ormai ex-premier pesa forse anche uno scandalo di corruzione che ha dominato l’intera campagna elettorale. Questi i risultati:

  • Sd ottiene il 30,6 % con 29 seggi
  • Sds ottiene il 29,2 % con 28 seggi
  • Desus ottiene il 7,5 % con 7 seggi
  • Zares ottiene il 9,5 % con 9 seggi
  • Sns ottiene il 5,5 % con 5 seggi
  • Lds ottiene il 5,2 % con 5 seggi
  • Sls ottiene il 5,2% con 5 seggi
  • Ottimi i risultati ottenuti dalle formazioni progressiste, tra cui Zares (nato due anni fa da una gruppo staccatosi dai liberaldemocratici) che nelle sue fila ha eletto Franco Juri, della minoranza italiana di Capodistria. Dei 90 seggi parlamentari,va ricordato che 88 sono per gli eletti dei vari partiti mentre due vanno alla minoranza italiana e ungherese. Deludenti invece i risultati ottenuti dal centrodestra del premier Jansa , che ha visto il crollo dei popolari e della Nuova Slovenia (Nsi), che non ha nemmeno superato la soglia di sbarramento del 4 %. Clamorosa quindi l’esclusione dal futuro parlamento dell’attuale ministro Andrej Bajuk, che ieri sera ha rassegnato le dimissioni da presidente del partito.
    Nonostante l’esito delle elezioni, il divario è comunque assai risicato: 40 seggi per la destra e 43 per la sinistra. Anche per questo Borut Pahor, leader della Sd, ha già dato la sua disponibilità ad allacciare contatti con altri partiti minori, tra cui il Partito dei Pensionati (Desus) e il Partito dei Popolari (Sls), che in queste elezioni si presentava assieme al Partito dei Giovani. Si parla anche di un’apertura del leader nei confronti del Sns, il Partito ultranazionalista di Zago Jelincic.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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