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La Francia paralizzata dallo sciopero generale

Centinaia di migliaia in piazza a Parigi, milioni in tutto il paese

sciopero in franciaMilioni di francesi sono scesi in piazza per lo sciopero nazionale unitario contro il governo.
Pubblico e privato insieme per il lavoro, il potere d’acquisto, la difesa dei servizi pubblici e contro gli 8 miliardi di sgravi fiscali ai più ricchi. Oltre 200 le iniziative in tutta la Francia. Centinaia di migliaia di persone a Parigi, milioni in tutto il paese. Alta la partecipazione del settore privato, a cominciare dalle imprese che chiudono o licenziano.

Dopo le proteste nelle isole di Guadalupe e Martinica, e in pieno conflitto nell’isola della Reunion, è di nuovo il turno della Francia metropolitana di scendere in piazza. Contro il piano di crisi del presidente Nicolas Sarkozy, un fronte sindacale unito ha indetto oltre 215 iniziative su tutto il territorio nazionale, ben oltre i tradizionali cortei delle grandi città. Favorita dal clima primaverile e da una bellissima giornata di sole, la partecipazione dovrebbe superare quella della giornata del 29 gennaio che aveva visto scendere nelle piazze tra 1,5 e 2,5 milioni di manifestanti. E il primo sindacato francese, la stessa CGT annuncia una partecipazione in aumento del 25%. Se il grosso dei manifestanti viene dal settore del pubblico impiego, a cominciare dalla scuola (già in agitazione) e dai trasporti, i sindacati contano molto sulla partecipazione dei lavoratori del privato, a cominciare dai settori e dalle imprese più minacciate dai licenziamenti e dalle ristrutturazioni. Questa mattina a Marsiglia sono stati i portuali e i lavoratori dei cantieri navali ad aprire il corteo, a Grenoble i salariati della Caterpillar (già in occupazione), altrove i dipendenti di Valeo, di Good Year o Continental, i metallurgici di Arcelor-Mittal. Ma non manifestano solo i lavoratori di imprese in crisi : per esempio scendono in piazza anche i lavoratori del gruppo Total, che sopprime e ristruttura nonostante profiti record da 14 miliardi di euro.

Nessun incontro o negoziato con le rappresentanze dei lavoratori è previsto dal governo in seguito a questa giornata, il primo ministro François Fillon si dice contro qualsiasi concessione che aggravi il debito pubblico.

Infatti, nella linea di mira dei sindacati c’è anzitutto « lo scudo fiscale », il piano di sgravi ai contribuenti più ricchi messo in atto da Sarkozy appena salito alla presidenza per limitare al 50% l’imposizione globale dei più facoltosi. Questa misura costa ben 8 miliardi all’erario, mentre l’insieme delle misure sociali aggiunte dal governo al piano anticrisi nella concertazione di febbraio scorso con i sindacati si limita a 2,6 miliardi, meno di un terzo degli sgravi ai ceti più abbienti.

Ma lo sciopero ha anche una valenza politica oltre che sociale : tra le centinaia di migliaia di persone che hanno sfilato nei boulevard parigini tra place de la République e place de la Nation, lo slogan più diffuso era “casse toi pauv’ con!”. L’espressione, traducibile in italiano con “sgombra, povero scemo!”… è una citazione letterale del presidente stesso che in questi termini si rivolse ad un visitatore del Salone dell’agricoltura che rifiutò di dargli la mano. Ora sono i francesi in lotta a rigirare l’amabilità a Nicolas Sarkozy.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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