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Obama firma il piano di stimolo da 787 miliardi di dollari

barack obamaI 787 miliardi di dollari per l’economia statunitense sono ora legge. Barack Obama ha firmato il piano di stimolo approvato venerdì scorso dal Congresso. Dal Museo della Scienza di Denver, in Colorado, il Presidente ha però detto che si tratta solo del primo passo, l’inizio della fine della crisi e che i risultati non saranno immediati.

Obama sa che con questo provvedimento si gioca la reputazione. Rivolgendosi al suo pubblico ha detto:
“Stiamo mettendo gli americani al lavoro, per fare il lavoro di cui l’America ha bisogno in settori critici, troppo a lungo trascurati. Lavoro che darà il via a un cambiamento vero e duraturo per le generazioni future”.

Ci vorrà circa un mese prima che il denaro entri in circolazione. Il testo, oltre mille pagine, è costituito dal 36 per cento di sgravi fiscali e dal 64 per cento da spesa pubblica. Il piano prevede un aiuto ai disoccupati, attualmente oltre il sette e mezzo per cento. L’obiettivo: tre milioni e mezzo di posti di lavoro in più entro due anni. Ci sono inoltre agevolazioni fiscali per i lavoratori, fondi per le infrastrutture e per le energie sostenibili.

Obama ha poi deciso di trascorrere il mercoledì a Phoenix, in Arizona, per illustrare le misure volte ad aiutare chi ha perso la casa e chi rischia di perderla. Accanto a questi provvedimenti, c‘è poi in programma un altro pacchetto per rilevare i titoli tossici delle banche.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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