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Ossezia, si apre il fronte militare. Bombardamenti e attacchi aerei

Tratto da Unione Sarda

Almeno 15 persone sono morte, in seguito al bombardamento con artiglieria pesante di Tskhinvali, capitale dell’Ossezia del Sud, provincia separatista filo-russa, assediata dalla truppe governative della Georgia. Mentre i militari abkhazi hanno iniziato a muoversi verso il confine amministrativo con la Georgia per arire un secondo fronte

Sono 15 le vittime del bombardamento con artiglieria pesante. Dopo il bombardamento, è stato lanciato un attacco con carri armati alla periferia sud della capitale dell’Ossezia del Sud, aggiunge l’agenzia Interfax che cita il leader separatista Eduard Kokoity: “è in corso una dura battaglia”.

LA MEDIAZIONE “La Russia continuerà a impegnarsi per porre fine allo spargimento di sangue nella regione separatista della Georgia, l’Ossezia del Sud, ma anche la comunità internazionale dovrebbe dare il suo appoggio. Non è troppo tardi per evitare nuovi spargimenti di sangue e altre vittime” ha detto il portavoce del ministero degli Esteri russo, Boris Malakhov, in una dichiarazione alla televisione Vesti-24. “Speriamo – ha aggiunto – che i nostri partner stranieri non rimangano imparziali in questo difficile momento, quando si decide il destino di centinaia di migliaia di persone. La leadership della Georgia dovrebbe tornare a usare maniere più civili per risolvere problemi complicati”.

L’ATTACCO AEREO Aerei militari della Georgia hanno attaccato basi di separatisti nella regione dell’Ossezia del sud. Lo riferisce l’agenzia Interfax che cita il capo dei negoziatori russi, secondo il quale 5 aerei di fabbricazione sovietica Su-25 hanno preso parte al raid sul villaggio di Tkverneti. E intanto nella capitale dell’Ossezia del sud, Tskhinvali, si sentono numerosi colpi di armi automatiche divenuti più intensi con il sorgere del sole. Una grande colonna di fumo si leva da edifici della città.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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