Staffetta Cronache

Eluana: Berlusconi, ci hanno impedito di salvarla. Napolitano: ora silenzio

Aula del SenatoROMA – “Dinanzi all’epilogo di una lunga tragica vicenda, il silenzio che un naturale rispetto umano esige da tutti può lasciare spazio solo a un sentimento di profonda partecipazione al dolore dei familiari e di quanti sono stati vicini alla povera Eluana”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dopo aver appreso la notizia della morte di Eluana Englaro

BERLUSCONI: RESA IMPOSSIBILE AZIONE PER SALVARLE LA VITA
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha appreso “con profondo dolore” la notizia della morte di Eluana Englaro. “E’ grande il rammarico – dice-che sia stata resa impossibile l’azione del governo per salvare una vita”.

BAGARRE AL SENATO, PDL SCATENATO ATTACCA COLLE
Finisce quasi in rissa la seduta del Senato, sottoposto ad una corsa contro il tempo per approvare il disegno di legge su Eluana Englaro, quando piomba la notizia della sua morte. E’ il Pdl a scatenarsi in un crescendo di accuse e invettive che investono il Pd ma anche il Quirinale, chiamato in causa dal capogruppo Maurizio Gasparri. Un clima incandescente che il minuto di silenzio imposto dal presidente del Senato Schifani ha sospeso appunto solo per il tempo dei sessanta secondi.

“In questa vicenda peseranno le firme messe e quelle non messe…”, attacca Gasparri davanti alle telecamere. Il riferimento indiretto al capo dello Stato, che non ha voluto firmare il decreto che imponeva il ripristino dell’idratazione e dell’alimentazione, solleva le immediate proteste della capogruppo del Pd Anna Finocchiaro che parla di “una cosa inaudita” e di “un chiaro riferimento” al capo dello Stato. Passa un’ora, interviene Giorgio Napolitano, chiedendo silenzio e rispetto per la tragedia di Eluana e della sua famiglia. “Non può chiederci di stare zitti”, sbotta ancora Gasparri. Intanto, si infittiscono i contatti tra Palazzo Madama e il Quirinale. Schifani parla al telefono con il presidente della Repubblica. Poi reagisce, durissimo, anche il presidente della Camera Gianfranco Fini che definisce Gasparri “un irresponsabile che dovrebbe imparare a tacere”.

“Il rispetto per la massima autorità dello Stato – bacchetta Fini il suo collega di partito – dovrebbe animare chiunque, in particolar modo il presidente del gruppo di maggioranza al Senato”. In Aula, intanto, il vice capogruppo del Pdl Gaetano Quagliariello, considerato un uomo mite, grida rivolto ai banchi dell’opposizione “Eluana non è morta ma è stata ammazzata” e scoppia la bagarre. “E’ stato compiuto un ennesimo atto di sciacallaggio politico”, replica con tono altrettanto alterato Anna Finocchiaro che definisce l’intervento di Quagliariello “bieco e strumentale, che ricade nel momento più triste” mentre dai banchi del Pdl replicano “assassini, assassini”.

Un gruppo di senatori di An, tra cui Filippo Berselli, Benedetti Valentini, ma anche il ministro Andrea Ronchi, vanno verso i banchi dell’opposizione e nell’emiciclo devono intervenire i commessi per riportare la calma mentre alcuni senatori del Pd, tra cui Giorgio Tonini, Stefano Ceccanti e Riccardo Milana lasciano l’Aula scuotendo la testa. “Noi non ci stiamo. Non siamo più disponibili se non – scandisce a voce alta Finocchiaro – ad un esame compiuto del testo in commissione da parte della maggioranza e dell’opposizione e oltre a questo non ci staremo”. Dopo il botta e risposta tra Quagliariello e Finocchiaro, Schifani riporta la calma nell’emiciclo, convoca la capogruppo e sospende la seduta. Forse per la prima volta nell’Aula del Senato, non si sono visti senatori della Lega tra i duellanti. Il Carroccio ha tenuto un atteggiamento defilato assistendo allo scontro tra Pdl e Pd. La vicepresidente del Senato Rosi Mauro, ad un certo punto, ha cercato di sedare i più esagitati della maggioranza. “C’é tanta rabbia perché la morte di Eluana si poteva evitare, ma speriamo che la discussione di domani avvenga in un clima di diverso rispetto, senza scontri”, commenta il capogruppo del Carroccio Federico Bricolo, precisando che l’invito a rasserenare gli animi è rivolto “anche ai colleghi della maggioranza”.

In mattinata, Bricolo aveva auspicato che si potesse “ricucire al più presto lo scontro istituzionale”. In questo frangente politico la Lega che ha incassato il primo via libera sul federalismo fiscale e sul ddl sicurezza vorrebbe che il tenue filo del dialogo non si spezzasse del tutto.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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