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Usa: Chiesa cattolica insorge contro Obama

Barack ObamaCITTA’ DEL VATICANO – La Chiesa cattolica insorge compatta contro la decisione del presidente statunitense Barck Obama di riaprire i rubinetti del finanziamento federale alla ricerca sulle staminali embrionali, chiusi 8 anni fa dal suo predecessore George W. Bush. “Una triste vittoria della politica sulla scienza e l’etica”, hanno commentato subito i vescovi americani, per bocca del cardinale di Filadelfia, Justin Rigali. E da questa parte dell’Oceano, quasi in simultanea, il presidente emerito della Pontificia accademia della vita, mons. Elio Sgreccia, ha parlato, in una dichiarazione all’ANSA, di “fatto gravissimo”.

La decisione di Obama – ha tuonato – “é senza giustificazione né etica né scientifica” ed “é negativa non solo perché siamo cattolici ma perché non rispetta l’uomo”. Anche l’Osservatore Romano, in un articolo che sarà pubblicato nell’edizione domani, ribadisce che “il riconoscimento della dignità personale deve essere esteso a tutte le fasi dell’esistenza”. “Su questa maturità del pensiero – ha sottolineato nell’articolo Adriano Pessina – si fonda una reale democrazia”. I vescovi statunitensi e, dietro di loro, il Vaticano da tempo avevano chiesto ad Obama di non compiere questo passo. “E’ un’azione moralmente sbagliata – ha spiegato il card. Rigali, che presiede il comitato sulle attività per la vita della Conferenza – perché incoraggia la distruzione di vite umane innocenti, trattando essere umani vulnerabili come meri prodotti da coltivare”.

“E’ anche una decisione che non prende in considerazione – ha aggiunto – i valori di milioni di contribuenti americani che si oppongono alla ricerca che richiede l’uso della vita umana”. Il cardinale Rigali ha inoltre sottolineato che la decisione “ignora il fatto che ci sono a disposizione e in attesa di un maggior sostegno modalità solidamente etiche per l’avanzamento della scienza sulle cellule staminali e per i trattamenti etici”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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