Pro Loco

Noi come i trentini: 40 comuni si associano

Da Recoaro Terme (Vicenza) Francesco Dal Mas, Avvenire

Recoaro

“Il referendum si evita soltanto riducendo le troppe disparità”

“Non privilegi ma gli 80 euro a cittadino previsti dalla legge anti-secessione del 2005”. Il sindaco vicentino di Recoaro: “I nostri hotel chiudono, oltre il confine ricevono contributi fino al 70%”

L’ultima spiaggia prima della “secessione”: 40 comuni lombardo-veneti, sui 48 che confinano con le autonomie provinciali di Trento e Bolzano, si sono costituiti in associazione. Non per strappare i “privilegi” degli altri, ma per avere 80 euro a testa, anziché i 30 assegnati dalla Finanziaria 2007, distribuendo i 10 milioni della ex legge anti-secessione 266 del 2005 per i territori di confine. Ovvero, per ridurre le disparità di trattamento dei trasferimenti da Roma. E quindi per evitare i referendum: da Cortina all’altopiano di Asiago (dove 8 comuni andranno alle urne il 6 e 7 maggio per chiedere l’aggregazione al Trentino).
Recoaro“Le vede queste terme? Per ammodernarle, magari con un centro benessere – ci fa osservare il sindaco di Recoaro, Franco Viero -, ci vogliono 15 milioni di euro, che non abbiamo. Stiamo battendo cassa dai privati. E senza questo rilancio, i nostri alberghi, alcuni vecchi di 30 anni, sono costretti a chiudere. Bene, le Terme di Merano, in Provincia di Bolzano, hanno chiuso 3 anni per ristrutturazione, con un investimento di 165 milioni. E i loro alberghi ricevono contributi fino al 70% per abbattere i mutui”.
Anche Bagolino, in provincia di Brescia, aveva minacciato il referendum per traslocare in Trentino. Era il 2005. “La Regione Lombardia ha emanato una legge, la 43, che aiuta i giovani ad avviare imprese anche nei territori più periferici, come quelli della nostra montagna, intervenendo per il 50% delle spese. E i nostri ragazzi – fa sapere il sindaco Marco Scalvini – hanno deciso di fermarsi”. Come dire che la secessione si può evitare, ma per restare ci vuole dell’altro. Ed ecco, appunto, gli obiettivi che si pone l’Associazione dei Comuni di Confine costituita alle Terme di Recoaro. Non mancavano all’appello, fra gli altri, centri noti come quelli di Bormio, Valfurva, Ponte di Legno, Limone del Garda, Boscochiesanuova, Cortina, Lamon, Sovramonte, Arsié, in rappresentanza di 125mila tra veneti e lombardi di ben 5 province: Vic enza, Verona, Belluno, Brescia e Sondrio. “Con 80 euro a testa, assegnazione possibile se fatta per i comuni esclusivamente di confine, è possibile – esemplifica Scalbini – che Bagolino accenda mutui per farsi in 3 o 4 anni il palasport o un centro servizi per l’assistenza. Perché, altrimenti, i 3.800 abitanti di Bagolino dovrebbero ipertassarsi. Insomma, è giusto che i miei concittadini godano di opportunità analoghe a quelle del comune trentino confinante”.
Guerra, dunque, all’autonomia di Trento e Bolzano? “Come ha potuto constatare – ci fa rilevare il sindaco di Recoaro, Viero – durante la riunione non è volata una parola contro gli amici trentini e sudtirolesi”. “Anzi – conferma Scalvini – dal presidente Dellai di Trento abbiamo ricevuto la piena disponibilità alla cooperazione. Opportunità che sarà sicuramente compresa anche da una persona intelligente com’è il presidente Durnwalder di Bolzano”.
A Recoaro, in effetti, autonomie e specialità vengono riconosciute come un diritto costituzionale. Anzi, “come un esempio di efficienza amministrativa cui puntare”. Ed è proprio per questo che l’associazione sollecita l’apertura contestualmente di un tavolo col ministero degli Interni, entro il 10 maggio, per trattare il riconoscimento dei diritti finanziari di confine (quelli appunto della legge 266) e di un altro tavolo con i governi provinciali di Trento e Bolzano per consolidare le opportunità. “Un esempio – indica il sindaco Scalvini -. Fino al passo di montagna, sul versante trentino, arriva la strada comunale da 7 metri e 50 centimetri di larghezza, sulla dorsale lombarda la strada continua, ma larga non più di due metri e 30 centimetri. Se quella direttrice rappresenta un’opportunità di sviluppo per entrambi i versanti, perché non allargarla anche da questa parte?”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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