Settegennaio

2 agosto

dalla cerchia di Francesca Mambro

Là dove la carne retrocesse ad avvilita brezza
E la gola di ogni fiore spalancò inutile ogni sua sillaba

l’orizzonte e il Buonarroti
rivendettero le proprie dosi
a un universo fatto siringa

e il sangue regredì
nel fonema siero, nel grembo ciotolo, nel dente del nulla
nel fiocco tenaglia di neve dell’urlo

Nella spina cratere
Ammutolita ad indizio.

Nella folla risorta come macchia
Mani mozze di bambini rallegrano alberi d’ignoto
E un Golgota ninfomane
Spalanca le proprie croci
Flessuose come un bordello.

(Aver coniato sangue
Non significava saper schiacciare
L’insetto del mondo.)

Così tutti i pianeti
Vanno ognuno all’ultima stazione
Credendola Messia,
Il 2 Agosto.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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