Staffetta Cronache

Crollo archivio a Colonia: continuano le ricerche dei dispersi

I soccorritori sono alla ricerca di due persone che si teme siano rimaste intrappolate sotto le macerie dell’archivio di Colonia, crollato ieri, e stanno cercando di recuperare i documenti storici che hanno un valore di centinaia di milioni di euro.

Crollo a Colonia - © Associated Press
Crollo a Colonia - © Associated Press

L’edificio nel quale erano conservati migliaia di documenti storici è crollato ieri, ferendo almeno una persona.

Secondo alcuni funzionari, sono ancora dispersi due uomini che vivevano nell’edificio vicino all’archivio, mentre diverse altre persone in un primo momento date per disperse, sono state ritrovate.

Al momento, secondo i funzionari, non sono note le ragioni che hanno provocato il crollo dell’edificio costruito negli anni Settanta, ma il sindaco di Colonia, Fritz Schramma, ha detto che si valuteranno attentamente i lavori a una linea della metropolitana vicino all’edificio.

Il responsabile dell’Assessorato alla Cultura di Colonia, Georg Quander, ha spiegato che il crollo potrebbe aver danneggiato documenti che sono la testimonianza di 1.000 anni di storia, con un valore di 400 milioni di euro.

L’archivio storico di Colonia è uno dei maggiori nel suo genere in Germania. Tra i documenti conservati c’erano anche molti testi appartenuti al premio Nobel Heinrich Boell.

“Con un tal disastro, dobbiamo ritenerci fortunati che il personale e tutti gli altri che si trovavano all’interno sono stati in grado di abbandonare l’edificio”, ha detto Quander.

“Tutto è iniziato con un rumore sordo. Tre minuti dopo l’edificio è crollato. In quel lasso di tempo chiunque è stato in grado di mettersi in salvo”, ha aggiunto nel corso di una conferenza stampa.

Quander ha detto che la perdita culturale provocata dal crollo rischia di essere più grave di quella causata da un incendio che nel 2004 ha distrutto migliaia di libri alla biblioteca Anna-Amalia di Weimar.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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