Distretto Nord

Tributo INLA al repubblicano Harry O’Hara

La polizia sta indagando dopo la comparsa su Facebook di un’immagine che ritrae alcuni uomini a volto coperto, apparentemente armati, che sparano proiettili quale tributo per un repubblicano di West Belfast.

Le fotografie sono state pubblicate sull’account dell’Irish Republican Socialist Party – la cosiddetta ala politica dell’INLA (Irish National Liberation Army) – e mostrano alcuni uomini a volto coperto in una strada di Belfast con una fotografia di Harry O’Hara.

Harry O’Hara, del quartiere di Turf Lodge, è deceduto il 28 febbraio scorso ed è stato sepolto nel City Cemetery dopo una messa alla chiesa Holy Trinity.

Tra i necrologi per la morte di O’Hara spiccava quello di “Connor Huges, Cogús Republican Prisoners” proveniente dalla prigione di Maghaberry.

L’IRSP di Belfast ha pubblicato le foto su Facebook come “l’ultimo saluto al compagno Harry O’Hara”.

Hanno scritto: “Harry era un socialista repubblicano fedele e sarà sempre ricordato con onore e orgoglio dal Movimento Socialista Repubblicano”.

Le foto ritraggono degli uomini in abiti paramilitari accanto a candele e una foto di Harry O’Hara.

In una di queste immagini, un membro del gruppo solleva una pistola sopra la sua testa come per sparare in aria.

Le immagini sono state condannate dal consigliere SDLP Tim Attwood, che rappresenta la zona nel Consiglio Comunale di Belfast.

“Queste sono scene che appartengono al passato. Non ci sono scuse per vedere uomini a volto coperto per le strade della nostra città, non importa in quale contesto” ha spiegato.

“Questo è un atto sconsiderato e deve essere condannato da tutti”.

Una portavoce della PSNI ha detto: “La polizia è a conoscenza di immagini postate sui social network che mostrano colpi di arma da fuoco apparentemente sparati da un uomo a volto coperto a West Belfast. È in corso un’indagine sull’accaduto”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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