Askatasuna Aurrera

Uno dei leader dell’autunno catalano indipendentista, sulla copertina del ‘The New York Times’: “Non chiedo perdono”

Jordi Cuixart denuncia al giornale nordamericano la continua repressione di Madrid su tutti i prigionieri politici

Dietro il vetro della prigione di Lledoners e presentandolo come un “prigioniero per aver espresso e agito secondo le sue convinzioni politiche”, il giornale nordamericano The New York Times intervista questa domenica il presidente di Òmnium Cultural, Jordi Cuixart. Il giornale, che presenta l’argomento in prima pagina, passa in rassegna la fine del 2017 in Catalogna e riprende la repressione che tutti i prigionieri politici vivono per aver difeso le loro idee e organizzato un referendum di autodeterminazione nello stato spagnolo. Il giornale, che ricorda che Cuixart era solo un attivista che ha cercato di intervenire con gli agenti di polizia durante una protesta, racconta la brutalità della risposta della polizia spagnola al movimento indipendentista e afferma che tutti i leader hanno ricevuto condanne “draconiane” che hanno sorpreso il mondo. “Cuixart ha cercato di mediare, ha cercato di stabilire dei percorsi attraverso la folla e ha chiesto che si disperdessero. In seguito, il voto si è tenuto in mezzo alla repressione e tuttavia è stato condannato per sedizione, uno dei crimini più gravi in Spagna. Queste accuse inventate sono state una sorpresa per tutti, anche per gli esperti di questi crimini”, riporta il giornale. Pur ammettendo che l’Europa non ha mai riconosciuto ufficialmente l’esistenza di prigionieri politici in Spagna né ha preso apertamente posizione sulla causa catalana, per il New York Times sembra chiaro che si tratta di una questione che “mette l’UE a disagio” e che è “una maledizione diplomatica che genera accuse di ipocrisia contro una regione nota per chiedere più libertà democratiche nel mondo”. In questo senso, ricorda alcuni esempi che mostrano che i leader pro-indipendenza sono spinti dai loro ideali: “La Russia ha già denunciato in diverse occasioni l’esistenza di “prigionieri politici” in Spagna; anche gli Stati Uniti hanno lamentato in un rapporto annuale sui diritti umani i casi di Cuixart e degli altri dirigenti, “imprigionati come forma di intimidazione politica”; alcuni legislatori e parlamentari dell’UE hanno sollevato questa situazione e hanno affermato che la Spagna ha prigionieri politici, e organizzazioni come Amnesty International si posizionano su questa linea”, chiarisce il New York Times. Per tutte queste ragioni, il giornale nordamericano si rammarica che Cuixart debba “passare i suoi giorni in una prigione con più di mille detenuti, un covo di trafficanti di droga e assassini”. L’articolo si conclude con le dichiarazioni del presidente di Òmnium, che ancora una volta ribadisce le sue ferme convinzioni. “Ad un certo punto, la Spagna dovrà riflettere e chiedersi cosa faranno con me. Eliminarmi? Non possono. Io non chiedo perdono”, sentenzia Cuixart.

 

Daniel Losada Seoane

Llibertat presos polítics

Related Articles

Close