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Amnesty International: l’amnistia per i soldati britannici in Nord Irlanda sarebbe un pericoloso precedente

Rachel Logan, direttore legale di Amnesty International UK, risponde alle voci secondo le quali il ministro della difesa inglese Penny Mordaunt sta pianificando l’introduzione di un’amnistia per qualsiasi reato commesso dai soldati britannici da più di 10 anni durante il servizi oattivo – con l’eccezione dei soldati operanti in Irlanda del Nord.

“Sarebbe profondamente sbagliato avere la «presunzione» di non portare avanti azioni legali per gli abusi, ma allo stesso tempo affermare di compiere giustizia. I soldati britanni che infrangono la legge devono risponderne, proprio come tutti gli altri.

“Queste proposte rappresentano potenzialmente un pericoloso precedente. Se in un caso particolare vengono soddisfatti i requisiti per portare avanti un’azione penale, l’individuo dovrebbe essere perseguito.

“Naturalmente, vige sempre la presunzione di innocenza e le persone dovrebbero essere formalmente accusate di reati criminali sono nella circostanza eccezionale che la soglia per l’accusa sia oltrepassata – questa è già la legge.

“Ma cercare di andare oltre ed esentare un certo gruppo di persone dall’affrontare la giustizia sarebbe una perversione di quella legge”.

Grainne Teggart, responsabile delle campagne di Amnesty per l’Irlanda del Nord, ha dichiarato: “Tutte le vittime di violazioni dei diritti umani – sia che siano state commesse durante il conflitto in Nord Irlanda o in qualsiasi altro – hanno il diritto a un’indagine indipendente, con la possibilità di portare ad azioni penali se sono sostenute da prove.

“Qualsiasi tentativo da parte del governo britannico di rimuovere questo iter sarebbe un tradimento del diritto fondamentale alla giustizia delle vittime.

“I suggerimenti di alcuni parlamentari e Lord, che gli emendamenti potrebbero essere aggiunti riguardo all’Irlanda del Nord, minano la fiducia nell’ottenere giustizia per le passate violazioni dei diritti umani, e il governo del Regno Unito non sarà più visto come onesto nello stabilire idonei meccanismi per affrontare il passato”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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