Il primo ministro britannico Theresa May presenterà finalmente il suo accordo Brexit al Parlamento all’inizio di giugno per promuovere un quarto voto, nonostante non abbia il sostegno dell’opposizione laburista. Invece, sta scommettendo che i membri del Parlamento, feriti dalle rivolte degli elettori, lo sosterranno per completare il processo che separa i due partiti principali. “È tempo che il Parlamento prenda una decisione”, ha detto alla BBC il segretario per la Brexit, Steve Barclay. “Il paese deve andare avanti. Le aziende devono essere certe “, ha aggiunto. Il progetto di legge sull’uscita dall’Unione Europea, che renderebbe il suo accordo una legge, è stato ripetutamente rinviato dallo scorso anno a Westminster, ma la Camera dei Comuni ha respinto il testo tre volte. Alcuni conservatori, e i loro ultraconservatori alleati nordirlandesi del Partito democratico unionista, si oppongono all’accordo dovuto al meccanismo del Backstop, che riguarda il confine con la ROI (l’EIRE). Il primo ministro ci riproverà nella settimana del 3 giugno, proprio mentre Donald Trump è nel Regno Unito per la sua visita di stato. Il governo ha detto che è “imperativo” approvare il disegno di legge prima di luglio. La premier ha trascorso sette settimane a incontrare il leader laburista Jeremy Corbyn a spese della furia del suo partito conservatore. Durante la sua ultima riunione durata un’ora nella notte di martedì, Corbyn gli ha detto che il Labour non avrebbe approvato la legge senza un formale accordo. Secondo una dichiarazione del Partito laburista, Corbyn “ha sollevato dubbi sulla credibilità degli impegni del governo, dopo aver ascoltato le dichiarazioni dei parlamentari conservatori e dei ministri tories che cercavano di sostituire il primo ministro”. Il governo ha promesso di portare altre proposte mercoledì, ha detto il Labour. È molto difficile vedere come verrà approvato il disegno di legge senza l’appoggio della sinistra liberale inglese. L’ultima volta che May ha chiesto al Parlamento di approvare il loro accordo, il 29 marzo, la camera lo ha respinto con 344 voti contro 286. In quell’occasione, sebbene i principali sostenitori della Brexit, tra cui Boris Johnson e Jacob Rees-Mogg, abbiano ceduto e hanno votato con lei, altri 34 conservatori hanno mantenuto la loro resistenza. È stata questa intransigenza che l’ha portata a iniziare i colloqui con i laburisti. Intanto, sulla sponda della UE, la democrazia liberale è minacciata in Ungheria e Polonia. A volte, l’attuale distruzione di ciò che sembrava un sistema democratico, consolidato e con uno stato di diritto, è considerata una deplorevole deriva ma, in definitiva, un problema locale. Altre crisi europee, come la crisi dell’euro e la Brexit, sono sembrate molto più importanti. È un errore a cielo aperto. L’ordine europeo è un ordinamento giuridico e dipende dagli stati membri dell’Unione Europea che confidano nel fatto che entrambi osservano lo stato di diritto. È anche un ordine che ha promesso agli Stati che sono usciti dall’autoritarismo (a partire da Spagna, Portogallo e Grecia negli anni ’70) che l’Europa avrebbe bloccato qualsiasi ritorno all’autocrazia. Oggi il funzionamento giuridico dell’Unione europea (e la sua promessa morale di base di una comunità di valori condivisi) è minacciato non solo dalla Brexit, ma da chi, legittimamente, alza la mano e chiede garanzie per i sistemi della ‘devolution’ di Scozia e Irlanda del Nord. Tuttavia, per Bruxelles i giochi sembrano fatti e “o la Gran Bretagna affronta la cancellazione della Brexit o si schianta senza un accordo” se i parlamentari votassero per la quarta volta contro l’accordo di Theresa May, ha avvertito Liam Fox. Il segretario al commercio internazionale del Tory ha affermato che i parlamentari devono considerare le conseguenze delle loro azioni. Fox ha detto che votare l’accordo di ritiro (WAB) indirizzerebbe il Regno Unito a “una via che porta alla revoca dell’articolo 50 o alla partenza senza un accordo”.
