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La prima di Johnson a Westminster da premier per seppellire il Backstop

Il premier ha promesso di fare un nuovo accordo sulla Brexit in meno di 99 giorni, ma ha avvertito che se i leader dell'UE si fossero rifiutati, allora la Gran Bretagna sarebbe uscita senza un accordo, "senza se e senza ma"

0ggi il primo ministro britannico Boris Johnson ha riferito all’Unione europea che il backstop delle frontiere irlandesi dovrebbe essere cancellato dalla Brexit se dovesse esserci un’uscita anche in caso di accordo. Johnson ha detto al parlamento che il backstop irlandese, una “polizza assicurativa” progettata per impedire il ritorno di un confine fisico tra la Repubblica irlandese e l’Irlanda del Nord, deve essere abolito.

“Deve essere chiaramente compreso che la strada per l’accordo passa attraverso l’abolizione del backstop”, ha detto Johnson nel suo primo discorso da primo ministro. Il backstop irlandese è contenuto in un protocollo del Withdrawal Agreement che il predecessore di Johnson, Theresa May, ha concordato a novembre.

Il governo di Dublino è a favore del backstop, ma è anche la parte più controversa dell’accordo per i politici britannici che temono che taglierà l’Irlanda del Nord dal resto del Regno Unito. Il governo di Johnson non ha una maggioranza in parlamento, quindi governa con la flebo di 10 legislatori nordirlandesi del Partito Democratico Unionista, che si oppongono con veemenza al documento.

Quando gli è stato chiesto del commento di Johnson,il Taoiseach Leo Varadkar ha dichiarato di non vedere l’ora di discutere il problema con Johnson. Varadkar ieri ha detto che l’impegno di Johnson per un nuovo accordo sulla Brexit “non è una cosa reale”. L’ascesa di Johnson come Primo ministro in Gran Bretagna porta la quinta economia mondiale al mondo verso una resa dei conti con l’UE e verso una potenziale crisi costituzionale – o elezioni – in patria, mentre le truppe laburiste di Jeremy Corbyn preparano l’assalto del “no-confidence vote” per BoJo (come lo chiama la stampa inglese) prima o immediatamente dopo il congresso Tory a settembre.

Tuttavia, il premier ha promesso di fare un nuovo accordo sulla Brexit in meno di 99 giorni, ma ha avvertito che se i leader dell’UE si fossero rifiutati, allora la Gran Bretagna sarebbe uscita senza un accordo, “senza se e senza ma” .

“La nostra missione è consegnare una Brexit il 31 ottobre allo scopo di unire e ridare energia al Regno Unito e rendere questo paese il miglior posto sulla terra”, ha detto Johnson ai politici britannici. La scommessa di Johnson è che la minaccia di una Brexit senza accordi persuaderà l’UE – Germania e Francia – a rivedere l’accordo sull’uscita che May a concordato lo scorso novembre ma non è stato ratificato.

Finora l’UE ha ripetutamente rifiutato di approvare la riscrittura del Withdrawal Agreement , ma ha affermato che potrebbe cambiare la “Dichiarazione politica” sui futuri legami che fanno parte dell’accordo sull’uscita. Se i leader dell’UE si rifiutano di “giocare a palla” con Johnson e ci si muove verso una Brexit no deal, alcuni parlamentari britannici minacciano di contrastare ciò che dicono essere un disastroso salto nel caos economico.

In tali circostanze, Johnson potrebbe convocare un’elezione nel tentativo di scavalcare il blocco in parlamento. Johnson intanto ha iniziato il suo incarico spazzando via il gabinetto di Theresa May. Il nuovo primo ministro britannico ha tenuto la sua prima riunione completa di governo, in cui gli antieuropeisti ora dominano la scena.

“La notte dei coltelli biondi”, ha detto The Sun, il giornale più letto della Gran Bretagna, un riferimento al colore di capelli arruffati di Johnson e ai cambiamenti del suo governo. Un totale di 17 ministri nel governo di May si sono dimessi o sono stati mandati a casa, creando un nuovo potente gruppo di opposizine interna in parlamento.

La maggior parte dei nominati di Johnson sono sostenitori della Brexit. Sajid Javid, 49 anni, è stato nominato ministro delle finanze. È un euroscettico che ha votato per rimanere al referendum del 2016. Altri sono incalliti Brexiteer: Priti Patel è stato nominata Ministro degli Interni, Dominic Raab è stato nominato Ministro degli Esteri e Stephen Barclay è rimasto come Ministro della Brexit. Johnson ha anche nominato Dominic Cummings, direttore della campagna ufficiale Brexit Vote Leave, come consulente di Downing Street e infine Julian Smith al NIO, l’ufficio per l’Irlanda del Nord, che ha sostituito il Segretario di Stato Karen Bradley.

 

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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