Distretto Nord

Murales di artisti gazesi ricreati sul muro di Belfast in segno di solidarietà

Il Muro internazionale di Divis Street a Belfast è stato trasformato in una dimostrazione di solidarietà con Gaza.

 

Una serie di opere d’arte di artisti gazani sono state svelate su uno dei muri più famosi di Belfast in segno di solidarietà. L’International Wall di Divis Street, nella zona di Falls, a ovest di Belfast, è un lungo tratto di murales riservato a eventi o lotte significative. Sebbene spesso mostri una serie di scene provenienti da diverse parti del mondo, attualmente è dominato da opere d’arte di artisti di Gaza nel contesto del conflitto in corso nella regione. Da tempo si progettava un’opera d’arte comune sul muro, con la partecipazione di artisti locali e palestinesi, ma gli eventi hanno preso il sopravvento con l’ultima escalation del conflitto con Israele lo scorso autunno. È stato ufficialmente inaugurato domenica pomeriggio. L’artista del murale Danny Devenny ha raccontato di essere stato sommerso da volontari che volevano aiutare a ricreare le opere d’arte. “Ci siamo messi in contatto con una signora che conoscevamo a Gaza per trovare artisti gazani, perché è lì che sta accadendo, e nel giro di 24 ore ci ha inviato queste immagini, e non c’era modo di fermarci, dovevano andare sul muro”, ha detto. Devenny ha reso omaggio al numero di volontari che hanno dato il loro tempo gratuitamente per aiutare, aggiungendo: “Tutti sono in stato di shock, tutti vogliono fare qualcosa e noi ne abbiamo beneficiato in questo progetto”.

“Devo sceglierne uno in particolare, Anne Loughran di Belfast ovest, una signora di 70 anni che non aveva mai dipinto in vita sua, ha dipinto uno di questi murales”, ha detto.

È stato un piacere per noi colorare questo muro per mostrare solidarietà”.

“Avere così tanti solidali dimostra quanto molti siano scioccati da ciò che sta accadendo e vogliano cambiare il mondo”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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