Distretto Nord

Oggi le nomine ma la svolta di Stormont non è così stabile come sembra

La stabilità dell'esecutivo e il pieno funzionamento di tutte le istituzioni dell'Accordo del Venerdì Santo sono fondamentali per la pace e il progresso, dice il taoiseach Micheál Martin

È stato un viaggio in Irlanda del Nord molto più lungo di quanto Brandon Lewis si aspettasse. Ma nelle prime ore di questa mattina, il Segretario di Stato per l’Irlanda del Nord ha mediato l’accordo che sperava: il DUP e lo Sinn Fein hanno fatto un passo indietro dall’orlo del collasso dell’esecutivo di Stormont e oggi nomineranno un nuovo primo ministro e un vice primo ministro.

Questi momenti di transizione sono sempre difficili nella politica nordirlandese, spinti, questa volta, dalla cacciata di Arlene Foster come leader del DUP e primo ministro. I ruoli di primo e vice primo ministro sono una carica congiunta, il che significa che entrambi i ruoli devono essere rinominati, il che innesca negoziati tra i due partiti che hanno il diritto di nominare prima di accordarsi.

In questo caso, lo stallo riguardava le disposizioni sulla lingua irlandese, con lo Sinn Fein che dichiarava che non avrebbe sostenuto un primo ministro del DUP senza un impegno a far passare Acht na Gaeilge (la legge sulla lingua irlandese), una legislazione che avrebbe introdotto un commissario per la lingua irlandese e un commissario per l’Ulster-Scots, tra le altre disposizioni. È stato concordato nell’accordo New Decade, New Approach che ha ripristinato la condivisione del potere nella provincia nel gennaio 2020, ma non è ancora stato portato attraverso Stormont. Ieri sera, Brandon Lewis si è impegnato a portare la legislazione in parlamento a Westminster nell’ottobre 2021 se Stormont non lo ha fatto, rompendo lo stallo tra i due partiti principali.

Il DUP nominerà Paul Givan come primo ministro (con Edwin Poots come leader DUP e ministro dell’agricoltura) e lo Sinn Fein rinominerà Michelle O’Neill come vice primo ministro. Ma ci sono numerose tensioni ancora irrisolte e crepe che sono state semplicemente coperte. Il nuovo leader del DUP dovrà affrontare domande sul fatto che abbia già capitolato allo Sinn Fein, solo poche settimane dopo aver assunto l’incarico, e dovrà affrontare le critiche da parte sua per aver permesso al governo britannico di muoversi sopra le teste dell’esecutivo di Stormont in quello che sarà percepito come uno schiaffo alla devolution. La dice lunga il fatto che Poots abbia lasciato i negoziati ieri sera senza alcuna dichiarazione ai media in attesa, rilasciando solo una dichiarazione per confermare la nomina a primo ministro del DUP questa mattina. Ci potrebbero anche essere tensioni in ottobre, quando l’obbligo di nominare questi commissari linguistici cade a Stormont, con il DUP che potenzialmente si rifiuta di giocare la palla.

Lo Sinn Fein, nel frattempo, ha anche difficili questioni ideologiche a cui rispondere sulla sua richiesta di una legislazione imposta direttamente dal governo britannico al nord per i diritti della lingua irlandese, così come alcune domande più pratiche sul fatto che crede seriamente che il governo britannico porterà avanti il suo impegno per la legislazione sulla lingua irlandese, dato che finora non è riuscito a mantenere i suoi altri impegni (come sulle questioni ereditarie) nell’accordo del gennaio 2020.

Il tutto avviene in un contesto di tensione in Irlanda del Nord per le dispute in corso e le ansie sul protocollo dell’Irlanda del Nord. Questo accordo raggiunge la stabilità per il momento, con tutti che sperano in un’estate tranquilla mentre ci dirigiamo verso la stagione delle marce. Questa è una ragione per questa svolta, con una comprensione da parte di tutti i politici che il pubblico vuole vedere i politici di Stormont lavorare insieme per gestire gli accordi sulla Brexit e la situazione pandemica in corso.

Ma c’è un’altra semplice ragione per questa svolta, che è che i due partiti principali hanno bisogno l’uno dell’altro molto più di quanto non ammetteranno mai. Né lo Sinn Fein né il DUP vogliono tenere subito le elezioni, che sarebbero scattate se un nuovo primo ministro e un vice non fossero stati nominati entro sette giorni. Stanno mantenendo lo spettacolo di Stormont sulla strada per ora, ma non c’è garanzia che durerà.

Let

Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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