Distretto Nord

Spari nel cimitero di Milltown. Ucciso ex leader INLA Martin McElkerney

Nel pomeriggio di ieri un uomo è stato trovato ferito da colpi di arma da fuoco all’interno del cimitero di Milltown a Belfast, nei pressi del Republican Plot dell’INLA, il luogo in cui sono ricordati i volontari dei gruppi repubblicani caduti durante il conflitto nordirlandese.

Sul luogo è intervenuto l’elicottero-ambulanza che ha trasportato d’urgenza la vittima al Royal Victoria Hospital.

L’uomo è morto per le ferite provocate dall’attacco.

Il suo nome era Martin McElkerney, ex prigioniero dell’Irish National Liberation Army (INLA), “braccio armato” dell’Irish Republican Socialist Party (IRSP).

Gli agenti investigativi intervenuti sulla scena del crimine hanno eseguito analisi delle lapidi del cimitero alla ricerca di impronte digitali, mentre un agente avrebbe recuperato un telefono cellulare che è stato chiuso in una busta trasparente per la raccolta delle prove indiziarie.

Un portavoce del Northern Ireland Ambulance Service ha spiegato: “Abbiamo ricevuto una telefonata alle 13:53 e ci siamo recati sul luogo dell’incidente nel cimitero di Milltown.

“Abbiamo inviato due equipe mediche ed è intervenuta l’eliambulanza.

“Una persona è stata trasportata al Royal Victoria Hospital”.

Martin McElkerney era stato incarcerato nel 1987 per il ruolo avuto nell’esplosione di un ordigno che provocò la morte di due giovani studenti e di un soldato.

In aula fu riconosciuto come l’uomo dell’INLA che piazzò l’ordigno presso il complesso di abitazioni dei Divis Flats.

Kevin Valliday, 11 anni, Stephen Bennet, 14 anni, e il soldato ventenne Kevin Waller morirono a causa dell’esplosione.

Un altro soldato rimase ferito gravemente.

Durante il processo fu detto che l’ordigno venne fatto detonare da qualcuno che non poteva vedere direttamente il luogo in cui i soldati stavano effettuando servizio di pattuglia.

In protesta contro l’attacco di Divis Flats più di 200 persone marciarono verso il quartier generale dell’IRSP a Falls Road “dove lasciarono una nota sulla porta dello stabile accusando INLA e IRSP di avere «il sangue dei nostri figli sulle loro mani»” ricorda il libro “Lost Lives”, che ha catalogato le migliaia di vittime dei Troubles.

Per il suo ruolo nell’attacco Martin McElkerney venne condannato a tre ergastoli ma fu rilasciato nel 1999 in base all’Accordo del Venerdì Santo.

Nel febbraio 2010 tornò alla ribalta insieme ad altri membri dell’INLA durante una conferenza stampa nella quale il gruppo repubblicano annunciò le dismissione dell’arsenale.

L’INLA causò la morte di oltre 120 persone nel corso dei Troubles e 44 membri del gruppo armato furono assassinate durante il conflitto.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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