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Tony Taylor torna a casa dopo 994 giorni di internamento

Il prigioniero politico Tony Taylor torna a casa dopo aver trascorso 994 giorni nella prigione di Maghaberry senza dover rispondere di alcuna accusa.

Si apprende che la “Commissione per il Rilascio” avrebbe imposto pesanti condizioni per il rilascio dal carcere di massima sicurezza.

L’intelligence britannica a lungo ha affermato di possedere informazioni “segrete” per acconsentire alla lunga detenzione di Tony Taylor, che prima dell’internamento in prigione era presidente di Republican Network for Unity.

Dopo una lunga campagna per chiederne l’uscita dalla prigione, la Parole Board Commission per il Nordirlanda ha acconsentito al suo rilascio durante l’udienza di ieri, ma l’iter amministrativo ha fatto slittare l’apertura delle porte di Maghaberry alla mattina di oggi.

Lorraine, moglie di Tony Taylor, ha guidato il gruppo che chiedeva il rilascio del repubblicano e ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno aiutato a perorare la loro causa.

“Questo sarà un Natale speciale per noi”, ha affermato. “I bambini, i genitori di Tony ed io siamo tutti contentissimi e molto sollevati dall’averlo indietro con noi.

“Ciò nonostante siamo preoccupati per alcune delle restrizioni punitive che Tony dovrà seguire, il quale, ricordiamolo, ha già passato l’equivalente di una condanna a cinque anni di carcere ma senza alcuna accusa”.

Il rilascio di Tony Taylor segue una lunga campagna guidata dalla famiglia, avvocati, comunità locali, gruppi politici e singoli attivisti.

Mentre gli avvocati e il gruppo di sostegno hanno sempre contestato il suo incarceramento perché in contrasto con la giustizia e i diritti umani, la famiglia Taylor recentemente aveva chiesto il rilascio per motivi umanitari.

I genitori di Taylor sono entrambi gravemente ammalati e costretti a restare in casa, mentre suo figlio Blaine ha una profonda disabilità.

A inizio novembre il padre di Tony, Willie, aveva fatto un appello direttamente al governo britannico per chiedere il rilascio del figlio.

Secondo l’uomo la continua detenzione del figlio era “spietata e vendicativa”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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