Distretto Nord

Troubles Legacy Act: non c’è una strada chiara per il futuro

La constatazione della violazione di alcune disposizioni chiave da parte della Commissione europea per i diritti umani blocca di fatto il piano del governo britannico.

 

 

Gli sforzi del governo britannico per tracciare una linea di demarcazione legale sulle uccisioni illegali compiute durante i Troubles si sono arenati. L’Alta Corte di Belfast ha stabilito che una delle disposizioni chiave del Northern Ireland Troubles (Legacy and Reconciliation) Act, approvato dal Parlamento britannico lo scorso settembre, viola il diritto internazionale dei diritti umani. La corte ha raggiunto la sua decisione dopo aver ascoltato le argomentazioni dei parenti di alcune delle vittime. Ha concluso che la Commissione indipendente per la riconciliazione e il recupero delle informazioni (ICRIR), istituita dalla legge, era competente a svolgere il suo ruolo. La sentenza porrà fine a qualsiasi altra inchiesta o azione civile relativa ai Troubles. Ma il tribunale ha anche stabilito che l’immunità condizionata che sarebbe stata concessa a chi avesse collaborato con la commissione violava gli articoli 2 e 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che riguardano il diritto alla vita e il divieto di tortura. Inoltre, ha violato l’accordo quadro di Windsor tra l’UE e il Regno Unito, relativo all’Irlanda del Nord e alla Brexit. L’articolo 2 garantisce i diritti sanciti dall’Accordo di Belfast. L’ICRIR si troverà nell’impossibilità di svolgere il proprio lavoro come previsto senza il potere di concedere l’immunità condizionale e il progetto è ora in fase di stallo, in attesa dell’esito di un ricorso alla Corte suprema del Regno Unito, che il Segretario per l’Irlanda del Nord Chris Heaton-Harris ha indicato come molto probabile. La tempistica dell’appello non è chiara. Quello che si sa è che ci devono essere elezioni generali nel Regno Unito entro gennaio 2025. È molto improbabile che il Partito Conservatore le vinca. Il partito laburista all’opposizione si è già impegnato ad abrogare la legge se dovesse prendere il potere. Sullo sfondo c’è una causa interstatale intentata dal governo irlandese contro il Regno Unito presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, che avanza richieste simili a quelle di cui si è discusso questa settimana. Visti i venti contrari che deve affrontare, l’ipotesi di lavoro è che l’ICRIR non decollerà mai. Tutti i partiti dell’Irlanda del Nord si oppongono a questo progetto, non necessariamente per le stesse ragioni, e questo è tutto sommato positivo. Ma lascia irrisolto il problema di come gestire l’eredità dei Troubles. L’accordo di Stormont House del 2014 rimane la base della politica del governo britannico e l’ICRIR, ora ostacolato, doveva dare attuazione all’accordo. Non sembra esserci consenso tra i partiti dell’Irlanda del Nord su come procedere senza offrire un’immunità condizionata. Il segretario ombra del partito laburista per l’Irlanda del Nord, Hilary Benn, non ha alcuna proposta se non quella di costruire un consenso su proposte che abbiano un ampio sostegno. Se solo fosse così semplice.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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