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Dublino: con una Brexit senza accordo, deficit di cinque miliardi

Il ministro delle finanze Paschal Donohoe ha affermato che una Brexit 'disordinata' è una possibilità reale in questo momento

Secondo il Ministro delle Finanze della Repubblica d’Irlanda Paschal Donohoe, una Brexit senza accordo trasformerebbe il previsto surplus di bilancio di 1,2 miliardi di euro in un deficit di 5 miliardi di euro, con un rapporto deficit/PIL tra lo 0,5% e l’1,5%, e comporterebbe una perdita di fino a 50.000 posti di lavoro.

Donohoe e i suoi collaboratori prepareranno il bilancio di quest’anno con in mente due scenari chiari e ben distinti. Uno di questi vede il Regno Unito uscire dalla UE con un accordo, l’altro un’uscita dalla UE senza accordo. Una decisione finale sul corso da prendere verrà assunta soltanto a settembre, ma risulta già chiaro che l’impatto negativo sull’economia irlandese di una possibile uscita senza accordo sarebbe significativo.

Qualora venisse raggiunto un accordo, come afferma il Ministero delle Finanze, il PIL della Repubblica segnerebbe un robusto +3,3%. Ciò, secondo Donohoe, comporterebbe un’economia funzionante nel pieno delle sue capacità e renderebbe necessarie delle misure per evitare un surriscaldamento dell’economia; una strategia che, tra le tante cose, gli consentirebbe di raggiungere un surplus di bilancio dello 0,4% o di 1,2 miliardi di euro. Il raggiungimento di quest’obiettivo consentirebbe un incremento di 700 milioni degli stanziamenti per le opere pubbliche, la copertura di 300 milioni di debiti contratti quest’anno e di 400 milioni di euro di incrementi salariali per i dipendenti pubblici, nonché stanziamenti di mezzo miliardo di euro per la cosiddetta “emergenza demografica”.

Il documento rilasciato dal Dipartimento delle Finanze, però, conclude affermando che una Brexit senza accordo avrebbe un duro impatto sull’economia irlandese, con forti ripercussioni negative sulla produzione e sull’occupazione soprattutto sul breve termine. E, qualora a settembre l’ipotesi di un’uscita senza accordo risultasse concreta, la strategia di Donohoe prevede un deficit di bilancio che gli consentirebbe di sostenere i settori maggiormente colpiti dalla Brexit, nonché gli aumenti delle spese assistenziali e gli sgravi fiscali per coloro che hanno perso il posto di lavoro.

Donohoe ha inoltre confermato che una Brexit senza accordo renderebbe meno probabile un taglio delle tasse nella prossima legge finanziaria. “Se ci fosse una Brexit disordinata, e se questo governo dovesse affrontarne le conseguenze, una riforma fiscale con riduzione delle tasse sarebbe ancora possibile”, ha affermato il ministro. “Ma è importante sottolineare che, in tal caso, nelle fasi iniziali tutte le nostre risorse verranno mobilitate a sostegno dell’economia e di quelle persone laboriose da Lei menzionate al fine di garantirne il posto di lavoro”.

Giuseppe Cappelluti

 

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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