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Gli archeologi mappano il quartier generale della Brigata IRA di Limerick est

I ricercatori che stanno mappando i paesaggi archeologici della Guerra d’Indipendenza e della Guerra Civile hanno scoperto un rifugio dell’IRA vicino a Elton, nella contea di Limerick, il più grande finora rinvenuto. Lo shelter, il cui tetto è crollato, era il quartier generale della brigata di East Limerick nel 1921. La scoperta avviene dopo che, all’inizio del 2023, si sono svolti seminari comunitari nella zona, tra cui a Knocklong, Kilfinane e Galbally. Guardando specificamente al Limerick orientale, il Landscapes of Revolution Archaeology Project, guidato dall’archeologa dell’UCD Joanna Bruck, sta cercando di registrare i siti che sarebbero stati utilizzati dalla RIC, dall’IRA e da altre organizzazioni durante i periodi di conflitto all’inizio del XX secolo. Bruck ha detto che la scoperta del rifugio, che si trova su un terreno di proprietà privata, è stata in gran parte dovuta al coinvolgimento e alle informazioni della comunità.

“Abbiamo trovato il dugout vicino a Elton grazie ai contatti con la Kilfinane Coshlea Historical Society, ma durante i seminari comunitari abbiamo sentito le storie delle famiglie che dicevano che il loro nonno era nell’IRA o che qualcuno aveva detto loro dove si trovava un rifugio. Anche cose come le dichiarazioni dei testimoni dell’Ufficio di storia militare aiutano”.

 

“È una questione generazionale; la maggior parte dei nostri informatori ha 80 anni e la prossima generazione non saprà necessariamente queste cose. Le informazioni si stanno perdendo. Le persone sono interessate, ma può ancora essere una questione sensibile”, ha aggiunto.

L’archeologa sottolinea l’importanza della mappatura di queste strutture, in quanto rappresentano un legame emotivo con la storia, che è più dinamica di quella appresa da un libro di testo. Detto questo, molti di questi resti fisici si trovano su terreni privati, e occorre costruire connessioni e relazioni e rispettare la privacy.

Il rifugio dell’IRA di Elton è in un’area lunga circa sette metri, scavata al centro di un “doppio fossato”. Aveva quattro cuccette, un ufficio e una zona cucina; ospitava regolarmente tre Volontari fino alla tregua. L’Aiutante di Brigata ha fornito un resoconto della sua costruzione: “è stato fatto uno scavo per prendere una capanna di legno in sezioni… trasportata sul posto in sezioni… coperta con zolle d’erba a livello con la superficie del resto dell’argine. L’accesso avveniva tramite una botola, anch’essa ricoperta di zolle, e la luce era fornita da una finestra nascosta da un profondo gruppo di rovi. Nello stato in cui si trovava, non poteva essere individuata visivamente da un estraneo che camminasse ai lati o addirittura in cima all’argine”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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