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‘Siamo salvi per 30 secondi’ racconta la coppia vittima della faida di Drogheda

Una coppia la cui casa è stata colpita da una scarica di petrol bombs ha raccontato che sono vivi per miracolo. Sono serviti 30 secondi per trasformare le quattro stanze su due piani in una torcia. Damien e Frances Nugent sono stati lasciati senza casa dopo l’attacco alla casa di Loughboy nel distretto cuore della faida di Mell a Drogheda. Entrambi hanno partecipato alla manifestazione contro la violenza in città sabato e affermano di essere totalmente innocenti e non hanno idea del perché siano finiti nel mirino delle bande.

Secondo Damien, i media locali hanno suggerito che la casa e‘ stata centrata a causa della faida criminale che sta sfregiando questa storica città.  L’uomo insiste che tutto quello che è stato raccontato è falso. La coppia si difende: <<noi, non centriamo niente con la guerra di Drogheda.>> Parlando da fuori ciò che rimane della casa, raccontano: “Quello che stiamo cercando di trasmettere è che la nostra casa è stata coinvolta come parte di questa faida per il controllo del traffico di stupefacenti in città ma noi – spiega – letteralmente vogliamo cancellare i nostri nomi e dichiarare che chiunque conosca me e Frances, potrebbe dire al cento per cento che noi due non abbiamo nulla a che fare con questa storia”.

L’attacco ha lasciato la loro casa inabitabile. “Siamo senzatetto adesso”, ha detto. Frances e Damien dormivano nelle prime ore della scorsa domenica mattina quando hanno sentito uno scoppio che ha svegliato prima la donna che a sua volta ha svegliato suo marito. Ha detto: “Sono andato ad aprire la porta della camera da letto e ho visto che tutto era solo luminoso”. Le fiamme stavano divorando l’alloggio. “Ho detto a mio marito di correre, correre, correre, uscire, uscire. Siamo corsi giù per le scale e nel momento giusto in cui siamo arrivati ​​alla porta d’uscita, le scale dietro di noi erano svanite. Voglio dire che davvero dovremmo essere morti.” Damien ha aggiunto che se avessero ritardato la fuga di 30 secondi, scendendo quelle scale “adesso non saremmo qui”. Ora sono ospitati dalla famiglia e dagli amici. Entrambi hanno partecipato alla manifestazione contro la violenza a Drogheda, scesa in strada sabato, in cui si chiedeva al governo di fornire alla Garda – la polizia irlandese – uomini e strumenti necessari per affrontare la faida. Damien ha spiegato la loro adesione perché “siamo stufi di questa violenza e gente innocente che viene perseguitata per questa cosiddetta faida della droga quando invece non ha niente a che fare con loro (le bande)”. Circa 500 persone hanno partecipato alla manifestazione che ha diffuso il messaggio di solidarietà, dicendo “ora basta!”. La convocazione in piazza è stata organizzata da Paddy McQuillan dopo la recente sparatoria a cielo aperto in pieno giorno su una strada molto frequentata e ha lasciato un uomo con tre ferite da arma da fuoco. Ha detto che quella manifestazione “non è stata politica, questa faccenda è più della politica, da questa storia è Drogheda tutta a rischio”. Ha aggiunto: “Siamo qui oggi spalla a spalla solo per una ragione, chiediamo che il ministro della giustizia del Fine Gael, Charlie Flanagan, di assegnare ai reparti della Garda a Drogheda le risorse di cui hanno bisogno per liberare una volta per tutte le nostre strade da questa violenza. “ Il Sindaco di Drogheda, Frank Godfrey, intervenendo in piazza ha detto: “Sto facendo appello a coloro che sono coinvolti in questa ondata di intimidazioni e violenze per fermarsi, ora.” La gente perbene di Drogheda non merita di vivere nella paura nella loro stessa città.” Ha scongiurato, molto commosso. “Non abbiamo paura di voi, vogliamo la pace e la calma restituite alla storica città di Drogheda”. Pio Smith, che è a capo dei servizi per la tossicodipendenza della cittadina ricorda che: “Stiamo dicendo pubblicamente alle persone di tutta l’Irlanda che i valori della gente di Drogheda sono la giustizia, lo stato di diritto, la comunità, la decenza. Questi sono i valori che esistono in questa città e non i valori della violenza, dell’intimidazione e del terrore. Drogheda si oppone alla violenza”. La rappresentante della comunità nei distretti più’ colpiti, Ann McVeigh, ha lanciato l’allarme, “persone ferite in pieno giorno da colpi d’arma da fuoco. È incredibile che stia succedendo. Le persone hanno paura dei loro stessi figli, hanno paura di lasciare i loro figli a giocare nelle aree di questa città, hanno paura di mandare i loro figli a scuola a causa di ripercussioni. Hai paura di tornare a casa, sei seduto lì a guardare Coronation Street o Game of Thrones e ci molotov lì fuori lanciate nelle case della gente. Non possiamo più accettarlo”, ha concluso. Il candidato alle europee per Fianna Fáil, Declan Power, rivolgendosi alla piazza ha detto: “qualcuno morirà se continua questa faida. Devono fermarsi, la gente di Drogheda non sarà più messa a tacere.” Molti denunciano le continue intimidazioni nei quartieri.

 

Joanna Bryne dello Sinn Fein è la prima donna stata eletta come TD della contea (Teachta Dála, membro del Dáil Éireann, la camera bassa del Parlamento della Repubblica d’Irlanda). Joanna, che è stata un membro attivo del partito per diversi anni, ora serve la corrazzata di Gerry Adams nella zona di Drogheda. La giovane avveduta politica ha alzato la voce…: “E ‘tempo di mostrare a questi sciocchi sconsiderati che non abbiamo paura – ha avvertito il TD di quella che è considerata la storica vetrina politica del Provisional IRA e ha tranquillizzato la piazza – staremo insieme, ospiteremo nuovamente il Fleadh (lo splendido festival di musica tradizionale irlandese di Drogheda) questo agosto e sarà più grande, sarà migliore e lo spirito civico di Drogheda brillerà ancora.” Il consigliere comunale, Richie Culhane ha aggiunto: “Oggi siamo uniti nel dire a quelle persone ‘che non vi vogliamo nella nostra città, prendete le vostre armi, prendete le vostre bombe, prendete le vostre droghe e andatevene’. Alice Duff, madre di quattro figli, ha chiesto al ministro della giustizia: “Sta davvero ascoltando, ministro?” Ha detto: “Questa non è la storia di un cattivo ragazzo che si comporta male e che corre in giro per le strade, questa è la storia di un potenziale bagno di sangue sulle nostre strade”. E ha commentato: “se il ministro ci avesse dato le risorse necessarie che ci aveva promesso l’anno scorso, allora forse niente di tutto questo accadrebbe”. Il sovrintendente capo della Garda per la contea di Louth, Christy Mangan, ha detto la scorsa settimana che la faida è tra due bande criminali di famiglie molto note sull’isola e che “sono implose e sono guidate da una piccola corte ma c’è un numero considerevole di persone dietro di loro che agisce in modo violento per i loro interessi”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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