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Madagascar, il presidente si è dimesso. Il potere nelle mani dei militari

Le forze armate appoggiano il colpo di stato guidato dal sindaco della capitale

Il presidente Marc Ravalomanana si è arreso ai rivoltosi anche se resta asserragliato in una località segreta

Andy Rajoelina © Jerome Delay/AP Photo
Andy Rajoelina © Jerome Delay/AP Photo
ANTANANARIVO – La situazione nel Madagascar resta caotica ma un punto fermo è stato raggiunto: il presidente del Madagascar, Marc Ravalomanana, si è dimesso e ha consegnato il potere ai militari. Lo ha detto il suo portavoce. Il braccio di ferro è stato così vinto dal capo dell’opposizione, il sindaco della capitale Antananarivo Andry Rajoelina, 34 anni, che è entrato nell’ufficio del presidente nel centro della capitale Antananarivo (occupato lunedì dall’esercito, che oramai lo appoggia) e ha annunciato a una folla festante che otto ministri hanno consegnato le dimissioni nelle sue mani: «La lotta per la democrazia è quasi terminata» ha dichiarato.

PRESIDENTE IN FUGA – Ravalomanana, 59 anni, è rimasto a lungo asserragliato nel suo palazzo presidenziale nei sobborghi di Antanarivo, difeso dai fedelissimi della sua guardia presidenziale e da centinaia di sostenitori. Lunedì ha rifiutato di lasciare il palazzo, 12 chilometri dal centro di Antananarivo, e aveva detto alle sue guardie: «Morirò con voi, se necessario».Secondo il suo portavoce Ravalomanana non è più nel palazzo a una decina di chilometri dalla capitale dove si era trincerato con la sua guardia presidenziale e si trova in una località segreta.

LA SUCCESSIONE DEL POTERE – Responsabili dell’opposizione in Madagascar hanno dichiarato che il loro leader Andry Rajoelina sarà il capo di una «autorità di transizione», dopo le dimissioni del presidente Marc Ravalomanana che ha ceduto alle pressioni dei militari schieratisi appunto con l’opposizione. Parlando dopo il trionfale ingresso di Rajoelina negli uffici del palazzo presidenziale nel centro di Antananarivo, i suoi fedelissini hanno anche detto che verranno organizzate elezioni presidenziali e legislative entro 24 mesi e che sarà riscritta la Costituzione per istituire una «Quarta Repubblica». Annunciando le dimissioni da capo dello stato, il presidente Marc Ravalonamana aveva invece trasferito i suoi poteri e quelli del primo ministro e a un «direttorio militare» guidato dall’ammiraglio Hyppolite Ramaroson, «l’ufficiale più anziano di più alto grado».

PAURA DELLA GUERRA CIVILE – La vita nella capitale continua come sempre, con scuole e negozi aperti, ma la gente è preoccupata che possa scoppiare una guerra civile. L’esercito, che ha scelto oramai l’opposizione, è schierato ad Antananarivo intorno agli edifici occupati, l’ufficio del presidente e la banca centrale. Al momento non si segnalano violenze. Rajoelina, 34 anni, ex sindaco della capitale, da gennaio cavalca le proteste popolari contro gli aumenti dei prezzi, che hanno fatto oltre cento morti. Il 31 gennaio si è autoproclamato leader del paese e il 7 febbraio ha guidato una marcia sul palazzo presidenziale, respinta a mitragliate, con una trentina di vittime. Nei giorni scorsi ha rifiutato un’offerta del presidente di tenere un referendum per risolvere la crisi e ha chiesto invece alle forze armate di arrestare Ravalomanana.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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