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La Brexit costerà all’economia scozzese tra i 9 e i 12 miliardi di sterline

Micheal Russell, Segretario per le Relazioni Constituzionali, Europa e Affari Esteri ha dichiarato che la Brexit cosi voluta dal governo inglese costerà all’economia scozzese tra i 9 e i 12 miliardi entro il 2030 comparata all’appartenenza alla comunità europea e che i negoziati non potevano partire così male. Il parlamentare scozzese che rappresenta Argyll e Bute ha accusato Westminster di mettere a rischio le vite delle persone e che le aziende e gli affari non saranno il solo settore ad essere affetto in maniera estremamente negativa.
I negoziati non hanno tenuto minimamente conto delle posizioni o dei suggerimenti del governo scozzese. “Gli obiettivi del governo del Regno Unito stabiliscono un limite straordinariamente basso. L’accordo di libero scambio a cui punta rappresenta una hard Brexit ed è leggermente meglio di un disastroso “no deal” in termini di danno economico che causerebbe. Il popolo scozzese ha votato in modo schiacciante per rimanere nell’UE, ma tutti i tentativi di mantenere relazioni più strette sono stati completamente ignorati dal governo britannico. In queste negoziati la Scozia è trattata peggio di Jersey, Guernsey e l’Isola di Man. Il desiderio di un accordo di libero scambio in stile canadese colpirebbe il commercio, limiterebbe l’esportazione di servizi e lascerebbe il prodotto interno lordo della Scozia di oltre il 6%, o £ 9 miliardi, inferiore entro il 2030 rispetto a se fossimo rimasti nell’UE. Ma oggi, 27 febbraio, il governo britannico ha chiarito che è pronto ad andarsene senza alcun accordo commerciale, il che potrebbe portare tale cifra a 12,7 miliardi di sterline. Questo è semplicemente spericolato e mette a rischio i mezzi di sussistenza delle persone. Il piano significherà anche che tutti i cittadini scozzesi perderebbero il diritto di viaggiare, vivere, lavorare e studiare in Europa e mettere a rischio l’accesso dei nostri giovani a programmi come Erasmus. Continueremo a discutere di relazioni più strette con l’UE e faremo valere il nostro diritto di allinearci alle norme dell’UE laddove desideriamo. Valuteremo anche se possiamo prendere parte a futuri programmi dell’UE in aree decentrate, anche se il governo del Regno Unito non lo farà. Il mandato pubblicato oggi è stato redatto senza tener conto delle opinioni del governo scozzese su nessuna delle questioni fondamentali e attuerà una Brexit che il popolo scozzese ha respinto in maniera schiacciante. Non possiamo approvarlo. Il caso del diritto della Scozia di scegliere il proprio futuro diventa più forte”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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