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Sturgeon-Johnson: volano parole grosse mentre Londra chiude all’ipotesi di un secondo referendum sull’indipendenza scozzese

Il primo ministro scozzese, Nicola Sturgeon, ha messo in guardia il premier britannico. Boris Johnson, dal tentativo di bloccare un secondo referendum per l’indipendenza, affermando che il suo paese non può essere tenuto nel Regno Unito con la forza.
Johnson e il suo governo Tory hanno chiarito che non permetteranno un altro voto sulla Scozia per la lasciare il Regno Unito, ma Sturgeon – il cui Partito Nazionale Scozzese (SNP) ha vinto 48 dei 59 seggi della Scozia nel parlamento del Regno Unito nelle recenti elezioni generali – ha risposto che la questione non dipende dal primo ministro, Johnson.

“Non puoi tenere la Scozia imprigionata nell’Unione contro la sua volontà… Se il Regno Unito deve continuare a esistere, può essere solo per consenso.”

 

Il primo ministro pro-indipendenza ha sostenuto che se Johnson è così sicuro che preservare l’Unione sia il miglior modo di agire, altrettanto “dovrebbe essere abbastanza sicuro da sostenere quella tesi e consentire alle persone di decidere”.

L’SNP e i conservatori hanno entrambi vinto molto alle generali all’inizio di questa settimana, ponendo le basi per una grande resa dei conti politica. La nuova maggioranza di Tory ha il mandato di portare finalmente a termine un accordo sulla Brexit con Bruxelles, ma i nazionalisti caledoni, l’ SNP, si oppongono fermamente all’uscita dall’Unione Europea e il partito probabilmente utilizzerà la questione del cuneo fiscale per ottenere sostegno verso un secondo voto sull’indipendenza o decidere di ricalcare il disegno catalano con tutti i rischi che ne consegue.

La Scozia ha tenuto un referendum sull’indipendenza nel 2014, ma la mozione è stata respinta dagli elettori.

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