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Sunak rischia di avere problemi con il Protocollo?

 

Negli ultimi giorni si è diffusa la voce che una svolta sul Protocollo dell’Irlanda del Nord potrebbe essere imminente. La settimana scorsa, il governo britannico e Bruxelles hanno concordato un nuovo accordo tecnico sulla condivisione dei dati commerciali, che è stato annunciato come una “nuova base” per i colloqui, a seguito di un incontro tra il capo negoziatore dell’UE Maros Sefcovic e il ministro degli Esteri James Cleverly. Da allora, si è speculato sul fatto che le due parti potrebbero entrare nel “tunnel” – l’intensa fase finale dei negoziati – già questa settimana. Entrambe le parti desiderano trovare un accordo sulle modifiche al Protocollo prima del 25° anniversario dell’Accordo del Venerdì Santo. Tuttavia, oggi Downing Street ha esortato alla cautela, dichiarando che ci sono “ancora notevoli distanze” tra le due parti, per cui è improbabile che i colloqui entrino “nel tunnel” in tempi brevi. Sefcovic e Cleverly – insieme al Segretario per l’Irlanda del Nord Chris Heaton-Harris – si sono incontrati in collegamento video per discutere le sfide rimanenti, concordando di continuare con “spirito costruttivo e collaborativo”. È ancora possibile che le cose si muovano più rapidamente di quanto Downing Street lasci intendere; entrambe le parti stanno cercando di fornire il minor numero possibile di informazioni sullo stato dei lavori per non compromettere eventuali progressi. Ma c’è un’altra ragione per cui Rishi Sunak farebbe bene a muoversi con cautela quando si tratta di finalizzare un accordo: i gruppi da cui deve ottenere l’approvazione.

Sunak potrebbe scegliere di andare avanti, sapendo che difficilmente otterrà il sostegno del DUP. Ma che dire del suo stesso partito?

La preoccupazione maggiore sia del DUP che dei membri del gruppo di ricerca europeo dei Tory Brexiteers è il ruolo della Corte di giustizia europea, con il Regno Unito che chiede un arbitro indipendente per governare il commercio tra le due parti. Se un accordo non dovesse essere raggiunto, è improbabile che il DUP lo sostenga. In particolare, il leader del partito, Jeffrey Donaldson, ha dichiarato che il Regno Unito e l’UE non sono “vicini a un accordo” che possa essere approvato. Se il DUP non lo appoggia, qualsiasi accordo non offrirà una soluzione allo stallo di Stormont. In un segno di consapevolezza di ciò, Cleverly ha affermato questa settimana che “il ritorno delle parti a Stormont e la risoluzione del Protocollo sull’Irlanda del Nord non sono necessariamente collegati”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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