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La polemica: ROI non è “Irlanda”, dice Gerry Adams al Tanaiste Simon Coveney

La partizione stabilisce il 'freestate': "il governo deve smetterla di chiamarla Irlanda"

Il deus ex machina dello Sinn Fèin, Gerry Adams, ha fatto appello al governo irlandese affinché non faccia riferimento alla Repubblica d’Irlanda (il freestate, LET ndr) come “Irlanda”.

Parlando durante un dibattito al Dail giovedì, Adams ha dichiarato al Tanaiste Simon Coveney che la Repubblica d’Irlanda non dovrebbe essere definita tale nemmeno ai fini “dell’accuratezza geografica “.

“Il governo deve smettere di descrivere questo stato come Irlanda. Non è l’Irlanda, il suo nome è la Repubblica d’Irlanda, l’Irlanda è l’intera isola, come tutti sappiamo”, ha detto Adams.

Durante un dibattito sui piani di emergenza per una Brexit senza accordo, Adams ha anche chiesto al governo irlandese di opporsi all’attuazione del governo diretto da Londra nell’Irlanda del Nord.

L’ex leader dello Sinn Fèin si è inoltre interrogato sull’impegno del governo irlandese a non porre “nessuna infrastruttura fisica o controlli” al confine irlandese dopo la Brexit.

Adams ha detto che il ministro dei trasporti Shane Ross gli ha indicato che il governo aveva chiesto alla Commissione europea di “accantonare” l’uso delle Green Cards per i conducenti dell’Irlanda del Nord che attraversano il confine.

Ha spiegato che “l’UE sembra non capire”, questo significa che i conducenti dall’Irlanda del Nord avranno bisogno di ulteriori documenti come prova assicurativa.

Il veterano repubblicano ha anche chiesto al governo di ricordare che l’Irlanda del Nord aveva votato a favore del remain nell’UE.

Nel loro rapporto sui preparativi per un no deal, il governo irlandese ha affermato che “c’era il rischio che il governo britannico potesse avviare una forma di direct rule“ nell’Irlanda del Nord.

Adams ha chiesto se il governo irlandese avesse preso contatti con le loro controparti britanniche sulla questione e ha chiesto se erano contrari al piano.

“E se il governo andrà oltre la retorica e si muoverà in quella direzione, bisognerà usare i nostri servizi diplomatici e tutto il forum internazionale disponibile per evitare che ciò accada”, ha chiesto Adams.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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